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Aperta l'indagine

L’Ue contro le vendite illegali su Temu, Antoci: “Bisogna prevenire le truffe e la distribuzione di prodotti pericolosi”

lunedì 4 Novembre 2024

Sono passati solo due anni dalla sua nascita, eppure la piattaforma e-commerce Temu ha incassato numeri altissimi, raggiungendo le vette tra i siti online più cliccati sul web. Sponsorizzazioni, review e haul di prodotti che inondano tutte le piattaforme social, ha conquistato soprattutto i giovanissimi.

Un fenomeno virale che però non ha scampato le polemiche, aprendosi un nuovo fronte nella guerra commerciale contro la Cina. Prodotti di scarsa qualità e a prezzi stracciati, venduti inoltre con modalità abbastanza discutibili e che favoriscono la dipendenza da shopping on-line. La Commissione europea, infatti, ha deciso di accendere i riflettori su questi e altri temi.

Nel mirino i sistemi utilizzati per consigliare i prodotti agli utenti e il mancato rispetto delle norme che impongono l’obbligo di rendere pubblici gli algoritmi adottati.

È fondamentale che piattaforme come Temu, con oltre 40 milioni mensili di utenti europei, implementino rigorose misure di sicurezza per prevenire le truffe e la vendita di prodotti pericolosi, come i giochi destinati ai bambini”, a dichiararlo è Giuseppe Antoci, eurodeputato del M5s, componente della Commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni (Libe), in Commissione Sviluppo Regionale (Regi) e in Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale (Agri).

Temu è una piattaforma online di dimensioni molto grandi (Vlop) dal maggio 2024 e di conseguenza è soggetto a particolari obblighi previsti e a norma della legge sui servizi digitali dell’Ue (Digital Services Act), tra cui l’obbligo di valutare e attenuare debitamente i rischi sistemici derivanti dal suo servizio. Designata tale a seguito della sua dichiarazione di avere oltre 45 milioni di utenti attivi mensilmente nell’Unione Europea.

L’obiettivo delle indagini sarebbe da indirizzare su vari fronti. In primis i sistemi di cui Temu dispone per limitare la vendita di prodotti non sarebbero conformi nell’Unione europea. Si tratta, tra l’altro, di sistemi volti a cercare di limitare la ricomparsa di commercianti disonesti precedentemente sospesi, noti per aver venduto prodotti non conformi in passato, nonché di sistemi di conseguenza volti a limitare la ricomparsa di merci non conformi.

Un’aspetto non secondario e di grande importanza è da collegare alla “dipendenza“, i rischi connessi alla progettazione del servizio, compresi i programmi simili a giochi, sono ad alto rischio, soprattutto per i giovanissimi. I sistemi di cui Temu dispone per attenuare i rischi derivanti da tale progettazione potrebbero avere conseguenze negative per il benessere fisico e mentale di una persona.

La piattaforma online ha inoltre l’obbligo di rispettare degli obblighi della legge sui servizi digitali legati al modo in cui raccomanda contenuti e prodotti agli utenti. Ciò include l’obbligo di divulgare i principali parametri utilizzati di raccomandazione. Temu è obbligata a fornire agli utenti almeno un’opzione facilmente accessibile che non si basi sulla profilazione.

Infine, deve rispettare l’obbligo della legge sui servizi digitali che consente ai ricercatori l’accesso ai dati pubblicamente accessibili.

Temu sarebbe responsabile ai sensi della legge sui servizi digitali, e se i sospetti della Commissione fossero dimostrati, tali carenze costituirebbero violazioni degli articoli 27, 34, 35, 38 e 40 del Digital Services Act.

“La trasparenza nelle raccomandazioni dei prodotti e la sicurezza dei dati degli utenti sono essenziali per prevenire frodi e proteggere i nostri cittadini. È fondamentale garantire che tali standard siano rispettati, continua il pentastellato.

L’avvio di un procedimento formale conferisce alla Commissione il potere di adottare ulteriori misure di esecuzione, compresa l’adozione di una decisione di non conformità.

Una serie di contestazioni a cui la piattaforma ha assicurato in questo momento la piena collaborazione con le autorità europee e ha annunciato l’intenzione di entrare a far parte di un gruppo di operatori di e-commerce e marchi che collaborano per prevenire la vendita di merci contraffatte online nell’Unione europea. Alla Commissione è inoltre conferito il potere di accettare gli impegni assunti da Temu per porre rimedio alle questioni oggetto del procedimento.

Il Digital Services Act non fissa nessun termine per porre fine al procedimento formale. La durata di un’indagine approfondita dipende da diversi fattori, tra cui la complessità del caso, la misura in cui la società interessata collabora con la Commissione e l’esercizio dei diritti della difesa.

In un contesto come questo, dove la vendita online ha superato di gran lunga l’acquisto in loco e in un momento in cui il mercato digitale è dominato da grandi aziende globali, l’azione contro Temu potrebbe segnare un passo importante verso la regolamentazione delle piattaforme online.

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