Il Tribunale per il riesame ha annullato la ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Piero Erco, arrestato la scorsa settimana insieme ad altre diciannove persone nell’operazione della Dda nei confronti di alcuni soggetti ritenuti appartenenti alle famiglie mafiose di Trabia Altavilla Milicia Cerda Caccamo e Termini a Imerese.
Il gip Lirio Conti aveva emesso ordinanza di custodia cautelare per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsioni, usura. Le indagini condotte dai Carabinieri di Termini Imerese avevano preso origine dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia che dopo il processo Black Cat avevano deciso di collaborare con gli inquirenti.
Piero Erco difeso dagli avvocati Salvino e Giada Caputo e da Francesca Fucaloro era stato accusato da Massimiliano Vallone e Andrea Lombardo di avere fatto parte della famiglia mafiosa di Trabia e di avere condotto un tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore che gestiva la fornitura di barche e pedalò in un camping sulle spiagge di Trabia. Interrogato Erco aveva negato ogni contestazione dimostrando di essersi allontanato da anni dal territorio.
La difesa aveva fatto ricorso al Tribunale del riesame di Palermo sostenendo l’assoluta mancanza di gravi indizi di colpevolezza e la inesistenza di esigenze cautelari. I legali hanno dimostrato che nel momento in cui si sarebbe tentata la estorsione Erco non era a Trabia e che non conosceva l’imprenditore; dai tabulati telefonici, inoltre, non è emerso alcun contatto tra Erco e la vittima.
Il Tribunale del Riesame, accogliendo le argomentazioni dei difensori, questa mattina ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare disponendo l’immediata liberazione dell’indagato.