“I giudici non hanno nessuna responsabilità e strumentalizzare questa vicende, accusando chi non può rilasciare interviste, non è giusto”. Così gli avvocati della difesa, Antonio Turrisi e Giovanni La Bua, intervengono sulle polemiche sulla scarcerazione, disposta ieri dalla corte d’appello di Palermo, di Giuseppe Corona, il “re delle scommesse” all’Ippodromo, condannato a 15 anni in secondo grado per associazione mafiosa e riciclaggio.
Per Corona, che era al 41 bis, sono scaduti i termini massimi di custodia cautelare per il venir meno, in appello, dell’aggravante del reimpiego economico dei proventi dell’attività mafiosa.
Ciò ha ridotto da 9 a 6 anni la durata massima della carcerazione preventiva ed, essendo l’imputato stato arrestato nel 2018, ne ha determinato la scarcerazione.