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“Mafiosi al pistacchio” a Taormina, parla il pasticciere: “Nessuna speculazione”

venerdì 23 Agosto 2019

“Quei dolci esistono da 30 anni, li hanno mangiati e apprezzati anche i Capi Stato come Bill Clinton, il Re di Spagna e la Regina di Inghilterra. Siamo siciliani onesti e non abbiamo mai voluto speculare in nessun modo. Noi siamo contro la mafia, senza se e senza ma”.

Così Roberto Chemi, detto “Il mago di cannoli”, titolare a Taormina della pasticceria “Roberto”, laboratorio pasticceria sito in Via Calapitrulli, commenta la polemica che si è scatenata in queste ore nella capitale del turismo siciliano sulla presenza nella sua vetrina di dolci chiamati i “mafiosi al pistacchio” e “cosa nostra alle mandorle”.

Una scelta che ha suscitato la protesta di chi ha ritenuto che si tratti di un espediente per attirare l’attenzione di turisti e clienti. I “mafiosi al pistacchio”, sono ricoperti da mandorle intere all’esterno e all’interno con un cuore di pura pasta di pistacchio. “Cosa nostra alle mandorle” è invece l’appellativo riservato ad alcuni dolcetti tipici della tradizione siciliana. Tra l’altro i prodotti di pasticceria sono recensiti anche nei siti e nelle guide specializzate di tutto il mondo.

“Siamo amareggiati e dispiaciuti perché non c’è mai stato nessun intento speculativo da parte nostraspiegano Roberto Chemi e la figlia Erika -. Con quei nomi ai nostri dolcetti vogliamo anzi esorcizzare il male e dare un messaggio positivo. Già dal 1989 esponiamo i nostri dolcetti con questi nomi ma nessuno si è mai scandalizzato. Come mai adesso tutto questo clamore? Abbiamo avuto recensioni positive in tutto il mondo e nessuno si è mai lamentato”.

La pasticceria della discordia

“La nostra pasticceria – continua Roberto Chemi – è in attività dal 1989 quando venne fondata da papà Michele (Chemi) che negli Anni 60 era capo-pasticciere dell’Hotel San Domenico. Il suo impegno è stato portato avanti da me con tanti sacrifici e oggi insieme ai miei figli Erika e Omar”.

“Ci conoscono in tutto il mondo, quindi non volevamo alcuna pubblicità. Da noi sono venute le tv tedesca, inglese, francese e araba e australiana. Dopo 30 anni qualcuno strumentalmente ha voluto montare questa polemica. Chiunque sia stato lo invito personalmente a venire da noi e a mangiare e a vedere la trasformazione del pistacchio e della mandorla che piace tanto ai turisti di tutto il mondo. Certamente non lo abbiamo fatto per avere visibilità”.

“Chiameremo il commerciante – ha invece detto il sindaco di Taormina Mario Bolognari – e chiederemo di togliere i nomi ai pasticcini “mafiosi al pistacchio” e “cosa nostra alle mandorle”. Questo tipo di messaggi nelle vetrine dei negozi non devono essere utilizzati a Taormina“.

In questi ultimi anni – continua Bolognari – si è registrata una maggiore sensibilità sui temi della lotta alla mafia. I miei cittadini mi segnalano qualche sacchetto per strada, qualche disservizio, ma nessuno mi aveva segnalato questa vetrina. Nella Sicilia orientale la strada da percorrere è ancora lunga”.

“La famiglia Chemi  – ha aggiunto il sindaco – è parte della tradizione pasticceria siciliana e porta lustro alla nostra città. Sono sicuro che quei nomi non intendevano offendere nessuno, ma è giusto rispettare la memoria di tante vittime e la sensibilità del popolo siciliano. Quindi giusto rimuovere quei nomi”. 

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