Il Ponte sullo Stretto non è la soluzione dei problemi. E’ questa la sintesi dell’intervento della parlamentare Maria Flavia Timbro (Articolo Uno) in merito alle polemiche scatenate dalla sostituzione della parola Ponte con “collegamento stabile” nell’ordine del giorno approvato alla Camera nell’ambito della legge sull’insularità della Sicilia.
“La Costituzione è tornata a cristallizzare non solo la collocazione geografica, geomorfologia di un territorio, ma anche l’inevitabile dislivello, la disparità sociale, economica, strutturale che da quella collocazione scaturisce e che rende ancora gli isolani diversi dagli abitanti del “continente”- dichiara la deputata– Abbiamo l’opportunità, storica, di dire che queste terre meritano di più, di pretendere che siano valorizzate per le loro caratteristiche naturali, storiche e culturali”.
La parlamentare messinese sottolinea l’importanza della sfida del PNRR per una terra che necessita di risorse, investimenti, innovazione. In questo contesto non può esserci solo la battaglia per il Ponte sullo Stretto, né quest’opera può essere considerata la parola fine ai problemi dei territori.
“Basta sventolare il tema del Ponte sullo Stretto di Messina come la soluzione a tutti i mali del mondo – continua Maria Flavia Timbro- Non contesto chi crede in certe battaglie e ritiene di condurle, ma non si racconti ai siciliani, ai messinesi che quella è la soluzione ai loro problemi perché non è vero. La Sicilia e la nostra città hanno bisogno di ben altro. Hanno bisogno di seri interventi di promozione dello sviluppo sostenibile per una transizione ecologica che promuova un nuovo paradigma della presenza industriale nell’isola e crei le condizioni per crescita e lavoro. Hanno bisogno di investimenti strutturali nel settore del turismo, nelle infrastrutture primarie e secondarie, in una vera alta velocità, in aeroporti strategici, in una reale continuità territoriale, in un grande piano contro il dissesto idrogeologico. Questo è il tempo di darglieli.