C’era tutta la città oggi a dare l’ultimo saluto a Maria Cristina Gallo, l’insegnante di 56 anni di Mazara del Vallo che un anno fa denunciò di aver ricevuto solo dopo 8 mesi e una diffida formale il referto dell’esame istologico eseguito dopo un intervento di isterectomia. Un ritardo che potrebbe aver determinato la morte della donna, venuta a conoscenza della gravità della sua malattia quando ormai non c’era più nulla da fare.

Ad accogliere il feretro nella cattedrale affollata di persone sono stati i ragazzi diversamente abili del laboratorio creativo Unitalsi dove, nell’ultimo anno, la professoressa ha svolto servizio di volontariato. Tra le prime file il marito Giorgio Tranchida, i due figli, Vincenzo e Natale, la madre, Rosa Maria Mauro, il fratello Santi e la sorella Brigida. Presenti anche i sindaci di Mazara del Vallo Salvatore Quinci e quello di Campobello di Mazara, Giuseppe Castiglione.
“Maria Cristina ha vissuto la sua vita spargendo semi, col desiderio che diventassero alberi. Ha sparso semi di speranza, di vita, di cura. E questo l’ha fatto in tutti i campi, dalla famiglia al sociale”, ha detto il vescovo monsignor Angelo Giurdanella all’inizio delle esequie.
“Anche la sua denuncia – ha aggiunto – non nasceva per un protagonismo, per una vendetta, ma semplicemente perché ha voluto coniugare giustizia e amore.
“E ha provocato un sussulto di coscienza, ha sconfitto l’indifferenza, la cultura della rassegnazione che diventa complicità”, ha spiegato il prelato.
Dal racconto della donna sono nati una indagine, aperta dalla Procura di Trapani, e accertamenti della Regione che hanno svelato l’incredibile realtà dell’Asp di Trapani dove, tra il 2024 e il 2025 sarebbero stati 3.300 i referti istologici consegnati fuori tempo massimo. I pm hanno iscritto nel registro degli indagati 19 tra medici, infermieri e tecnici di laboratorio, ipotizzando i reati di omicidio colposo, lesioni e omissione di atti d’ufficio. Le morti sospette – si dovrà accertare se i ritardi nella consegna degli esami siano stati la causa dei decessi – sono tre, sei i malati ancora in vita le cui condizioni sarebbero peggiorate a causa della inefficienza del sistema.
“Mamma, spero che quello che hai denunciato sia segno di una svolta in Sicilia, la tua battaglia servirà per tanti altri che hanno vissuto e vivono la tua stessa condizione”, ha detto Vincenzo Tranchida, il figlio 25enne della donna.
Alle esequie hanno preso parte anche gli ex compagni di scuola della insegnante. Giuseppe Lentini è arrivato da Roma, Beppe Monterosso, invece, da Milano. Gli ex alunni della Terza B del liceo classico di Mazara dell’1987 si sono ritrovati.
La professoressa era una di loro. “Ci siamo sempre tenuti in contatto tramite un gruppo WhatsApp – rivela Giuseppe Lentini – ritrovandoci, quando potevamo nei momenti belli, ma anche in quelli critici. Oggi non potevano non essere qui, a salutare per l’ultima volta la nostra compagna Maria Cristina”.
“È stata un’animatrice culturale per questa città – ha detto la direttrice del museo diocesano Francesca Massara – non deve essere dimenticata la sua testimonianza per la cultura cristiana di Mazara del Vallo. In uno degli ultimi messaggi che ci siamo scambiati lei mi disse: io sono pronta, essendo consapevole della malattia che avanzava”




