Cari amici politici soprattutto, state sbagliando tutto, vi siete fatti trascinare in polemica e in un campo molto impervio che non vi appartiene che è quello dei social.
Andate sempre appresso alla necessità di raccogliere consensi su questi strumenti irreali che nulla hanno a che vedere con il mondo vero di ogni giorno e finite per soccombere sotto gli attacchi di chi di questi strumenti ne ha fatto un mestiere.
Dal politico, dalla persona delegata, dalla persona eletta, si attende molto di più di quello che può essere il taglio di un nastro o il saluto in ogni occasione che finisca per qualificare le riunioni altrui, le aspettative dei vari “questuanti della politica”, ma spesso non il proprio lavoro.
I consensi cambiano con rapidità e quelli che contano ai fini elettorali sono quelli acquisiti a ridosso delle competizioni.
Personalmente penso che il politico che ha il potere di decidere, di indirizzare, di governare e se il risultato della buona politica è positivo, non avrebbe neanche bisogno di dover spuntare a firmare qualunque tipo di passaggio poiché spesso e volentieri si ottiene, a mio parere, l’effetto contrario, ci si attira antipatie, poiché il volare marcare qualunque momento di normalità è a mio parere una distrazione da quello che dovrebbe essere il compito di chi si candida a governare.
Sblocchi un’opera che attende da anni, il cittadino se ne accorge senza che tu gli sbatti difronte la tua faccia per chiedere “ditemi bravo”, la gente non vi darà mai queste soddisfazioni, ma sarà dalla sommatoria di tanti di questi interventi che la popolazione percepirà il miglioramento della qualità di vita e se ne ricorderà all’atto del voto.
Abbiamo affascinato i visitatori vecchi e nuovi con una immagine della nostra città che è in continuo cambiamento, ma non siamo riusciti ad affascinare coloro che poi votano e stabiliscono i parametri della qualità della vita, coloro che non sono di passaggio ma che giornalmente vivono e che usufruiscono di quelli che sono i servizi mezzi a disposizione.
Ora non c’è bisogno di evocare il modello di guida responsabile che tiene la finestra accesa la notte per dare testimonianza che il leader sta lavorando per la collettività e non dorme mai, ma la sobrietà è sempre gradita.
Governare è una continua staffetta che spesso si basa sull’alternanza o sulla conferma, ma che porta avanti situazioni e procedimenti storico e amministrativi che hanno una durata differente da quelli che sono i mandati politici e quindi il bravo politico è colui che eredita e porta a compimento il lavoro altrui e semina lavoro per chi verrà dopo, solo per piccoli interventi si potrà avere il tempo di farli nascere e vederli esaudire durante l’arco di un mandato.
La qualità di vita è la sommatoria anche di tante piccole cose per le quali non occorre la straordinarietà, le grandi visioni, i grandi sogni, ma basterebbe il ritorno al diritto della normalità.
Una strada illuminata è un atto normale, una strada asfaltata è una cosa che sta nella normalità, una strada pulita è il minimo che ci si possa aspettare in un paese civile, una città sicura sta alla base del vivere in comunità e quindi tutto quanto sopra è la normalità per la quale non occorrono effetti speciali.
Cosa volete che mi importi di una grande opera che vedrà la luce tra 20 anni? Forse neanche ci sarò, ma la mia qualità di vita dipende dalla normalità dell’ordinario, dai servizi, dalle manutenzioni per le quali spesso occorre più l’organizzazione e la giusta gestione delle risorse umane che nuove risorse economiche a perdere.
Pertanto, meno effetti speciali, meno presenze sui social, meno partecipazioni a tutto e di più, meno spot promozionali, ma più lavoro da tavolino, innanzitutto selezionando una governance all’altezza che sposi quelli che sono gli indirizzi politici che hanno rappresentato l’offerta elettorale e che in caso di vincita sono diventati un vero e proprio contratto morale con l’elettore.
Personalmente sono convinto che la nostra comunità a poco a poco sia ritornata a produrre un’offerta differenziata che possa venire incontro a quelle che sono le esigenze o le aspettative, ma parallelamente penso che bisogna lavorare ancora molto per migliorarne la qualità e ciò è sotto gli occhi di tutti poiché quanto sopra non basta a schiodare la nostra terra dagli ultimi posti della classifica sulla qualità di vita.