Aspettando la discesa in campo dei big, a Messina il primo candidato sindaco per le Amministrative del 2018 è già in azione e non ha intenzione di perdere tempo.
Cateno De Luca, l’ex sindaco di Santa Teresa di Riva, presenterà infatti sabato mattina i primi dieci punti del suo programma per la candidatura a sindaco di Messina, e l’avvio della propria campagna elettorale è già emblematica: “Le prime dieci bombe per salvare Messina dai Francazzisti e dai parassiti politici“.
Questo lo slogan scelto dal leader di Sicilia Vera ed ex deputato regionale, che punta ad intercettare soprattutto il voto di protesta dei messinesi.
“Il mio programma – ha spiegato De Luca – prevede la lotta contro gli sprechi cercando di risparmiare nei conti del Comune, delle partecipate e delle circoscrizioni”, che propone poi una “Messina rifiuti zero“, “Messina senza sprechi“, “Messina senza buche“, “Messina per i turisti” e “Messina per gli investimenti“.
Per l’elaborazione del proprio programma elettorale, De Luca intende avvalersi anche dei contributi dei cittadini, i quali – attraverso la campagna #condelucaancheiodicolamia – avranno l’opportunità di presentare proposte per Messina. Nei prossimi 30 giorni saranno inoltre costituiti 10 dei 500 comitati previsti a sostegno della candidatura a sindaco di De Luca che verranno creati in ogni zona della città e inizierà il tour di “Scateno” per i quartieri cittadini.
“Penso a quel 23 marzo 2003 quando non ero neanche sindaco di Fiumedinisi – continua De Luca – e basterebbe tornare a quel momento, per comprendere le motivazioni che spingono una persona ad investire 3 milioni di euro a Fiumedinisi cioè ad investire tutto il frutto di 20 anni di lavoro, sacrifici, rinunce, rischi e di mutui pagati inutilmente da oltre dieci anni per un immobile che avrebbe generato almeno 20 posti di lavoro ed un indotto incalcolabile. Oggi non ho avuto più lacrime per piangere di gioia perché in questi sei anni ne ho versaste troppe per la disperazione e per le ingiustizie subite“.
De Luca richiama con queste parole la vicenda giudiziaria della costruzione a suo tempo avviata a Fiumedinisi, paese nel quale fu sindaco, di una struttura ricettiva, un presunto abuso sul quale scattò l’arresto nel 2011 dell’allora deputato e sul quale ora c’è stata una svolta.
“Hanno bussato alla mia porta. Chi era? Mi hanno risposto “Siamo della Polizia Giudiziaria”. Siamo al secondo arresto? “No onorevole“, mi hanno risposto. “Siamo venuti a dissequestrare il suo immobile destinato ad albergo con centro benessere che era stato sequestrato il 27 giugno 2011“.
Quindi non devo più demolirlo e posso riprendere i lavori per completarlo? La risposta è sì. Il Tribunale così ha disposto. Lì ci sono tutti i sacrifici lavorativi della mia vita investiti per creare lavoro e che fino adesso erano stati solo fonte dei miei guai giudiziari. Ringrazio Dio. Giustizia è fatta? Io preferisco non esprimermi, lo faccia la gente al mio posto”.