Lui faceva il ragioniere, ma i colori dei ricordi, di quella casa che lo ha visto bambino affacciarsi direttamente sulla spiaggia, in quel borgo di pescatori, sono diventati la tavolozza per creare qualcosa di bellissimo. Tutto è iniziato nel 2018 quando Nino Fornaro nel sistemare una parete della casa di famiglia ad Acqualadrone, ricordando il papà che quel giorno avrebbe compiuto 90 anni, ha iniziato a dipingere una mattonella. Poi due, tre. E non si è più fermato.
Oggi quella casa in riva al mare è un dipinto a cielo aperto. Ci sono le barche, i pescatori che sistemano le reti, c’è un aliscafo che passa, ci sono delfini, imbarcazioni con i nomi dedicati alle nonne, ci sono due anziani che guardano il tramonto, sirene, creature marine. C’è persino il dio Nettuno, al quale Fornaro ha “affidato” le sorti di un villaggio ormai dimenticato da tutti, sempre più deserto, sempre più lasciato all’incuria.
Nino Fornaro dal 2018 in poi ha aggiunto ogni estate un pezzo nuovo nella grande storia di mare. Di anni ne farà 78 ad ottobre e ancora oggi si stupisce se i turisti o i vacanzieri si fermano a fotografare la sua casa.
“Io non abito qui, questa per me è la casa dei ricordi. Ho iniziato a dipingere le barche, gli davo i nomi di mio papà o della nonna, poi i pescatori. Dedico a loro i miei dipinti, rischiavano la vita a mare”.
Eppure oggi quel borgo marinaro è spopolato e dimenticato, e nonostante la raccolta di firme per chiedere interventi, nulla è stato fatto. In inverno poi resta in balia del mare e della desolazione. Tra i dipinti c’è quello dedicato alla storia di Acqualadrone e di quel brigante del mare che lasciava proprio lì dove poi sono nate le casette dei pescatori, il bottino.