La scorsa settimana il commissario straordinario del Comune di Messina Leonardo Santoro ha deciso di avvalersi della facoltà di rimodulare il Piano di riequilibrio, nei termini previsti dal decreto Milleproroghe di febbraio. Con questa decisione Santoro non solo ha adesso 150 giorni di tempo per la presentazione ma ha fatto chiaramente capire che il Piano targato Cateno De Luca sarà riformulato. In parole povere non resterà molto in piedi di quello che De Luca chiamò nel 2018 Salva Messina e ha rimodulato a fine gennaio 2021 (soprattutto nella parte dei debiti fuori bilancio).
La reazione dell’ex sindaco non si è fatta attendere.
“Non posso accettare che si tenti di sporcare il mio lavoro offrendo agli sciacalli, che in questi anni sono stati a guardare, l’opportunità di cavalcare l’onda di una bugia che rischia di travolgere Palazzo Zanca- dichiara De Luca– Invito il commissario al confronto e a spiegare nel dettaglio dov’è il problema nel piano di riequilibrio. Il commissario Santoro mi deve spiegare quali sono i punti critici nel piano di riequilibrio. Alla città di Messina voglio spiegare ancora una volta la differenza tra ciò che ho fatto io e ciò che ha fatto chi mi ha preceduto. Gli altri hanno lasciato il piano di riequilibrio in standby in attesa che venisse approvato dalla Corte dei Conti. Prima di me non era stato pagato un solo debito. Nel momento in cui sono arrivato a Palazzo Zanca ho avviato una operazione di rimodulazione e gestione del debito. Le differenze tra me e chi c’è stato prima di me è che io il piano l’ho gestito”.
De Luca ribadisce d’aver salvato Messina dal default (sebbene Santoro la pensi in modo ben diverso) e respinge, come già fatto nelle scorse settimane, qualsiasi tentativo di mascariamento.
Se alla notizia del nome del commissario scelto da Musumeci l’ex sindaco si era detto contento le cose sono cambiate dopo le prime dichiarazioni di Santoro a proposito di Messina come la Costa Concordia.
Ma la querelle sul Piano di riequilibrio che adesso il commissario si appresta a rivedere in modo sostanzioso, sconfessando così le dichiarazioni di salvezza dell’ex sindaco, ha portato ad acuire lo scontro.
“Santoro oggi si muove come un cavallo di Troia all’interno di Palazzo Zanca nel tentativo di servire il suo padrone politico- conclude De Luca-Non posso consentirlo, sono disposto al confronto, ma sui contenuti”