Dalla bomba immigrazione alla cattura di Messina Denaro. Sono questi gli argomenti principali tracciati dal questore di Palermo, Guido Longo in un incontro con la stampa. “Bisogna fare di più per favorire l’integrazione dei migranti se si vogliono scongiurare derive terroristiche. Creare sacche di emarginazione, di ghettizzazione significa prestare il fianco al terrorismo. Non dimentichiamoci che queste persone scappano dalle guerre e dalla fame”. Snocciolando il bilancio dell’attività della Polizia di Stato nel 2016, il questore ha posto l’accento su un tema a dir poco scottante che offre libero sfogo al populismo: battere la paura del diverso, dell’altro per evitare fenomeni estremisti. “Quello di Anis Amri, come purtroppo hanno dimostrato le cronache degli ultimi anni – prosegue il questore – non è un caso isolato, ma teniamo alta la guardia”. I controlli in città e in provincia sono aumentati a seguito dell’attentato di Berlino. E non è una coincidenza che siano aumentati del 37 per cento gli arresti per rapina, passando da 133 del 2015 a 183 del 2016. “I fermi sono aumentati proprio per un controllo maggiore delle forze dell’ordine”, conferma Longo.
Rimane alto il numero delle rapine effettuate nel capoluogo siciliano, con un aumento del 13,1 per cento rispetto allo scorso anno: 794 contro le 702 messe a segno nel 2015, la “maggior parte delle quali vengono fatte per fame e per cifre intorno ai 50, 70 o 100 euro , e il più delle volte chi le fa non e’ neanche armato”, chiarisce Longo. Resta alta l’attenzione sulla “mafia nera”, una novità a Palermo che sta radicalizzandosi incontrando il favore di chi da sempre in città e non solo, detiene il controllo del territorio. “Oggi abbiamo un totale controllo su questo fenomeno, che basa il suo business sulla tratta delle donne e sul traffico degli stupefacenti”, spiega il capo della polizia a Palermo. La città, all’alba del 18 novembre si è scoperta anche epicentro di questa inedita e “pericolosissima forma di criminalità organizzata straniera, proprio per i metodi e i mezzi violenti cui fa ricorso”, sottolinea. Gli esiti dell’operazione “Black Axe”, hanno portato alla luce un’organizzazione mafiosa transnazionale, con base in Nigeria, dedita al traffico di esseri umani che era riuscita a acquisire la gestione ed il controllo di redditizie attività economiche, basate sull’illecita riscossione di crediti, sullo sfruttamento ed il controllo della prostituzione e del traffico di stupefacenti. Diciassette le persone fermate nel corso dell’operazione.
Sul fronte dell’immigrazione clandestina, la Polizia di frontiera ha eseguito 81 respingimenti, controllato un milione e 49 mila persone in entrata e in uscita, identificato e posto in stato di arresto 18 persone. Dal primo gennaio al 30 novembre del 2016, su proposta del questore sono stati effettuati sequestri per oltre 2 milioni e mezzo di euro, sono stati confiscati beni per 1 milione 498 mila euro. Diminuiti del 26 per cento i furti nelle abitazioni, passando dai 1.359 del 2015 ai 994 di quest’anno. E ancora sul fronte mafia l’impegno delle forze di polizia è massimo, soprattutto sulla “primula rossa” di Castelvetrano Matteo Messina Denaro, sul quale il questore si è tenuto abbottonato.“Messina Denaro e’ l’ultimo latitante da catturare di quella generazione che sconquasso’ l’Italia”, dice Longo. Ai giornalisti che gli chiedevano se c’è una possibilità che Messina Denaro sia morto, il questore risponde tranchant: “Finche’ non lo catturiamo o non accertiamo che sia morto non possiamo saperlo”.