Cade l’accusa più pesante, quella per associazione a delinquere, mentre per quel che riguarda le altre contestazioni il processo è da rifare. La Corte di Cassazione ribalta l’impianto delle sentenze in Appello annullando senza rinvio perché il fatto non sussiste la condanna per associazione a delinquere nei confronti dell’ex presidente del consiglio comunale Emilia Barrile, mentre per alcune ipotesi residuali il processo sarà da rifare in Corte d’appello.
Di fatto con la sentenza di Cassazione è l’intero quadro che ha portato all’operazione Terzo livello con una raffica di arresti nell’agosto 2018 ad essere modificato se non del tutto rivoluzionato.
L’indagine della Dda di Messina nell’estate di 4 anni fa, ad urne appena chiuse dopo le amministrative, aveva puntato i riflettori su un intreccio tra politica, imprenditori ed esponenti della criminalità. Tra gli arrestati c’era anche Emilia Barrile, una vita dedicata alla politica, presidente del consiglio comunale fino a maggio 2018 e candidata sindaco in corsa solitaria alle elezioni di giugno che portarono De Luca a Palazzo Zanca.
L’inchiesta fece clamore e peraltro il processo è stato uno dei primi in Italia con l’ipotesi di accusa nei confronti della Barrile per traffico di influenze illecite (reato che era stato introdotto da poco). Secondo gli inquirenti Emilia Barrile, eletta nel 2013 con un numero consistente di voti e poi divenuta presidente del consiglio comunale avrebbe “utilizzato” il suo ruolo in modo illecito ponendo in essere appunto ipotesi di traffico d’influenze illecite.
Per Emilia Barrile la condanna in primo grado a otto anni è stata già stata dimezzata in appello nel dicembre del 2020. In appello peraltro vi furono anche 3 assoluzioni piene per alcuni degli imputati ed una riduzione complessiva delle condanne.
La Corte di Cassazione adesso lascia in piedi solo le condanne per il gruppo Pergolizzi che diventano così definitive, mentre annulla quelle per associazione a delinquere (che riguardano oltre alla Barrile anche altri 3 imputati). Per alcune ipotesi residuali il processo sarà da rifare in appello.
Quattro anni dopo gli arresti, e mentre Messina torna nuovamente alle urne, il quadro accusatorio nei confronti dell’ex presidente del consiglio comunale è totalmente ridimensionato. La tesi difensiva portata avanti sin dall’inizio dall’avvocato Salvatore Silvestro, contestava la sussistenza del reato di traffico d’influenze illecite. E’ vero che la Barrile ricopriva un ruolo politicamente importante e quotidianamente s’interfacciava con dipendenti e dirigenti comunali ma il reato si consuma, ribadiva la difesa, anche in sede di ricorso in Cassazione, solo se il pubblico ufficiale viene indotto a compiere un atto contrario ai doveri del suo ufficio (o ad ometterlo o ritardarlo). Se invece il “mediatore” sollecita al fine di compiere un atto legittimo non si configura il reato.
La tesi è stata sostenuta anche in appello e portata fino in Cassazione ribadendo l’irrilevanza penale dei comportamenti adottati da Emilia Barrile, che nel frattempo ha scontato più di due anni di arresti domiciliari. “Spero che questa esperienza possa evitare per il futuro procedimenti che come questo, fondati su aprioristici giudizi e non su fatti e comportamenti concreti”, ha dichiarato l’avvocato Salvatore Silvestro.