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l'allarme

Messina, l’Unione Inquilini: “Su emergenza abitativa si rischia tsunami sociale”

sabato 21 Gennaio 2023

Il 2023 rischia di diventare uno tsunami sul fronte dell’emergenza abitativa, una realtà che non riguarda solo le aree da risanare ma va oltre in una città sempre più vuota e più povera.

A lanciare l’allarme è l’Unione Inquilini con una nota che ricorda come in un contesto già serio a livello nazionale (con la cancellazione dalla legge di Bilancio del fondo contributo affitto per la morosità incolpevole) Messina è destinata a sprofondare in un girone ancora più infernale.

La combinazione tra povertà assoluta e grave sofferenza e deprivazione abitativa è vissuta da migliaia di cittadini messinesi”. Ecco le cifre: nel periodo gennaio/dicembre 2021, nonostante ci fosse il blocco degli sfratti emesso dal Governo, ci sono stati 208 provvedimenti di sfratti emessi e 19 eseguiti con la forza pubblica. Nel comune di Messina il 90 % degli sfratti sono per morosità. Anche i dati del 2021 e del 2022 sulle aste immobiliari non lasciano presagire nulla di buono.

15 province da sole generano il 38% delle aste su base nazionale: Roma (5%), Milano (4%), Pavia, Perugia, Napoli, Bergamo, Ancona (3%), Catania, Brescia, Cosenza, Palermo, Messina, Sassari, Torino e Macerata (2%).

“In perfetta solitudine continuiamo a sostenere inquilini durante le procedure di sfratto- si legge nel documento-  La tensione aumenta con la presenza di anziani, disabili o soggetti estremamente fragili: sono momenti che restano scolpiti nella nostra memoria perché tanta è l’angoscia, la tensione, la paura, la disperazione e il senso di smarrimento che si respira in quei frangenti. Ma le istituzioni sono assenti, si attivano solertemente nelle fasi di esecuzione sfratti. Siamo molto preoccupati, la politica batta un colpo. Non esiste uno straccio di provvedimento amministrativo della Giunta comunale che intenda affrontare la problematica. La Giunta Basile, dal suo insediamento, non ha prodotto assolutamente nulla per combattere la povertà e vulnerabilità abitativa”.

Il sindacato spiega come il fenomeno si manifesti sotto varie forme e gradi: dai senza casa che vivono una condizione di deprivazione abitativa totale, a coloro che invece a breve rischiano seriamente di finire per strada a causa di licenziamenti; dalle famiglie in sovraffollamento abitativo, ai padri single che cercano disperatamente casa; da coloro che hanno uno sfratto esecutivo sulla testa e non riescono materialmente a compiere il passaggio in un’altra casa, ai nuclei familiari che abitano in alloggi popolari o privati invivibili a cause delle pessime condizioni strutturali e manutentive; dai nuclei familiari che vivono ancora in baracca, alle famiglie che hanno occupato per necessità.

In altre parole, si soffre senza una casa o dentro una casa che spesso si fatica a definire tale.

Il contributo affitto e i fondi per la morosità incolpevole hanno costituito negli ultimi anni uno strumento utile (sicuramente non strutturale) per alleviare il disagio abitativo. Lanciamo pertanto un urgente appello al consiglio comunale a presentare mozione per chiedere il rifinanziamento. Un’amministrazione deve analizzare il fenomeno, individuare gli strumenti normativi, impegnare risorse e soprattutto avere uno sguardo profondo e ampio per mettere in campo politiche attive sul diritto alla casa”.

Il comune ad esempio ancora deve completare la graduatoria assegnazione alloggi ERP datata 2018! Finora inoltre la Patrimonio Spa non ha censito gli alloggi comunali Erp e su questo punto l’Unione inquilini sollecita uno screening come primo passo per capire l’entità degli alloggi a canone sociale.

Allo stato attuale il Comune di Messina non ha alcuna contezza del proprio patrimonio immobiliare ERP e quindi dello stato di conservazione e manutenzione. E lo IACP di Messina, ente gestore di alloggi popolari, lavora in sinergia con il Comune per inventariare, recuperare (se necessario) e assegnare nuovi alloggi? Dov’è finita l’Agenzia sociale per la casa sbandierata in questi anni? Doveva essere un avamposto nella crisi sociale messinese, il luogo in cui si raccoglievano esperienze, dati, si progettavano interventi differenziati e ci si raccordava con il mondo del terzo settore e del volontariato sociale, con i sindacati inquilini e della proprietà, con le agenzie immobiliari, con urbanisti, architetti ecc.  Nessuna Agenzia sociale per la Casa è stata istituita, l’Agenzia resta soltanto uno “spottone” delle Giunte De Luca/ Basile”

Nel frattempo c’è chi inserisce tra gli annunci la frase: “Non si affittano alloggi ai percettori di RdC” evocando vecchie storie di discriminazione che hanno rappresentato pagine buie del Paese.

Nei rarissimi interventi comunali si tende ad accogliere temporaneamente, presso case famiglie, madre e figli separandoli dal padre-prosegue l‘Unione Inquilini- Nel migliore dei casi si ospitano le famiglie presso gli alloggi di transito di Bisconte. Il centro di Bisconte, con un turnover sostanzialmente bloccato, rischia di essere inservibile per casi emergenziali: ciò che dovrebbe essere transitorio, temporaneo, senza alloggi sociali e senza progetti personalizzati, si trasforma in definitivo”.

L’unico vero ammortizzatore sociale contro carovita e disagio abitativo resta il terzo settore e il volontariato cattolico e l’Unione Inquilini sollecita il Comune, la Prefettura, l’ASP, l’associazionismo solidale, i sindacati di categoria a coordinarsi per dare una risposta vera, sistemica, di Rete.

Monta da mesi un vero e proprio tsunami sociale nella nostra città: le famiglie degli stabili di Via Padova ed EX Gife del Rione ferrovieri, le famiglie del palazzo fatiscente di via delle corporazioni, le famiglie delle “case fantasma” di Zafferia, centinaia di inquilini sotto sfratto, assegnatari di alloggi popolari inadeguati e insalubri, decine di famiglie ancora in baracche, urlano la loro sofferenza a istituzioni sorde. Denunciamo la totale inadeguatezza nel rispondere alle esigenze abitative di una città sempre più povera, caratterizzata da una crescente vulnerabilità abitativa e da decina di migliaia di alloggi sfitti. Le tante occupazioni di immobili sfitti lo testimoniano: le case ci sono, ma i proprietari preferiscono tenerli in stato di fatiscenza e sfitte piuttosto che affittarle. Di fronte all’indifferenza istituzionale, metteremo in campo una serie di iniziative, a partire da una conferenza stampa che convocheremo nei prossimi giorni, in cui esporremo le nostre ragioni e rilanceremo un percorso di mobilitazione per il diritto all’abitare” .

 

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