Invece di rispettare le regole, le leggi e l’ambiente, chi 30 anni fa gestiva le operazioni di smantellamento del vecchio impianto di rifornimento dell’Atm ha pensato bene di SEPPELLIRE tutto, compresi i serbatoi e la pensilina, proprio nel piazzale dell’azienda. Una vera e propria bomba ecologica scoperta 30 anni dopo dall’attuale governance dell’azienda e che sta diventando quasi un vaso di Pandora che ha messo a rischio uomini e cose con sostanze altamente inquinanti nascoste sotto l’asfalto. E più si scava più si scoprono le vergogne di un comportamento criminale e più aumentano i costi di bonifica. Dopo il sopralluogo di oggi si stima la necessità di almeno 3 milioni di euro.
Nel corso dei lavori di messa in sicurezza sono emersi ben cinque serbatoi ancora pieni di combustibili e liquidi oleosi e diversi metri di tubature, ormai corrose, che hanno condotto alla dispersione nel terreno delle sostanze inquinanti. Per 30 anni si è inconsapevolmente proseguito nelle regolari attività con centinaia di mezzi che ogni giorno sostavano e attraversavano l’area senza immaginare quanto presente sotto l’asfalto. Sono più di 1300 i metri quadri coinvolti e si stimano oltre 12 mila tonnellate di terreno da smaltire per condurre ad una completa bonifica dell’area in cui si sta scavando fino a circa 6 metri di profondità per eliminare completamente la contaminazione provocata da più di 29 mila litri di miscele di carburanti e lubrificanti sporchi.
E’ quanto emerso oggi nella sede di ATM nel corso della conferenza stampa alla presenza del sindaco Federico Basile, del vicesindaco Salvatore Mondello, del presidente di ATM Giuseppe Campagna, insieme al direttore Claudio Iozzi.
“In questa città per troppi anni si sono seppelliti i problemi – sbotta il sindaco Basile –. Dal 2018 abbiamo iniziato ad aprire il vaso di Pandora e quello che abbiamo trovato e stiamo continuando a trovare, è vergognoso. Messina non è e non può essere considerata una discarica, così come hanno creduto alcuni cittadini che in passato hanno ben pensato di occultare, senza alcun tipo di bonifica, l’intero impianto di rifornimento dell’azienda con serbatoi e pensilina. Sono molto amareggiato per questa situazione che porta ad una spesa imprevista di circa 3 milioni di euro, spesa che dovrà necessariamente essere dirottata da altri servizi che avremmo potuto offrire alla città”.
Il vicesindaco Mondello ha sottolineato che i lavori saranno svolti con massima precisione e celerità per garantire la piena sicurezza non solo della città ma anche dell’azienda di trasporto pubblico. L’interdizione di una buona parte del piazzale di ATM provoca ritardi non indifferenti sia nella quotidiana gestione dei servizi, sia nel portare a compimento il piano di sviluppo industriale previsto per i prossimi mesi all’interno della rivoluzione della mobilità messinese.
“Si tratta di un ulteriore regalo della mala gestione della vecchia ATM” – ha spiegato il Presidente Campagna – “che con un disegno da censurare sotto tutti i profili ha ben pensato di occultare tutto, comprese le botole, per nascondere le proprie responsabilità davanti alla giustizia, all’ambiente e alla cittadinanza. Possiamo solo auspicare che la questione si risolva nel più breve tempo possibile visto il disagio che tutti noi stiamo vivendo”.
Il direttore Iozzi ha precisato che i lavori si stanno svolgendo in piena sicurezza per tutti i lavoratori grazie a un monitoraggio attivo h24 delle emissioni nell’atmosfera. “Speriamo entro la primavera di superare la fase critica e proseguire con il cronoprogramma dei lavori di qualificazione del piazzale”.