Ben 499, dei 1.444 migranti arrivati ieri a Lampedusa, sono partiti con 8 barconi dalla Libia: da Zuara, Sabrathra, Tripoli e Tagiura. Le prime avvisaglie del fatto che anche il fronte libico delle partenze illegali si fosse riaperto si erano avute lo scorso 28 aprile, quando con tre barconi sono giunti in 256. Ognuno di loro ha pagato 5 mila euro per la traversata.
Ieri la conferma. E non soltanto perché i migranti soccorsi hanno dichiarato di essere partiti dalla Libia, ma anche per il tipo di natante usato per le traversate. Se dalla Tunisia i migranti salpano con un piccoli barchini di metallo (6 o 7 metri) elettrosaldato che faticano a stare a galla, e su ogni natante vengono imbarcati al massimo una cinquantina di persone, dalla Libia si parte con barconi di legno di almeno 10 o 12 metri sui quali vengono sistemati, come dimostrato dagli sbarchi di ieri, fino ad un massimo di 130 persone. Cambiano inoltre le nazionalità: dalla Libia partono più egiziani, marocchini, siriani, etiopi e palestinesi. Dalla Tunisia invece salpano più persone originarie di Costa d’Avorio, Ghana, Gambia, Mali e Sudan.
Altri 151 migranti sono sbarcati a Lampedusa dopo che il barcone di 12 metri, salpato da Zuara in Libia, è stato soccorso, in area Sar, dalla motovedetta Cp327 della Guardia costiera. Nel gruppo anche 8 donne e 16 minori che hanno dichiarato di essere originari di Bangladesh, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Ghana, Mali, Marocco, Siria, Egitto, Sudan, Nigeria e Pakistan.
E’ il secondo sbarco per Lampedusa, con un totale di 269 migranti, a partire dalla mezzanotte. Anche questo gruppo è stato portato, dopo un primo triage sanitario a molo Favarolo, all’hotspot di contrada Imbriacola dove le presenze salgono a 1.694 a fronte di poco meno di 400 posti.