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Disposizione della Prefettura

Migranti: trasferite 4 bare da Lampedusa, pure bimbo 18 mesi

giovedì 17 Agosto 2023

Quattro bare, fra cui quella del bambino ivoriano di un anno e mezzo morto in uno dei naufragi all’inizio del mese, stanno viaggiando, sul traghetto di linea Galaxy, verso Porto Empedocle (Agrigento).

A disporre il trasferimento è stata la Prefettura. Tre verranno trasferite nel cimitero di Palma di Montechiaro e una, quella del piccolo, a Favara. Nella camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana di Lampedusa è rimasta soltanto la bara dell‘ivoriano 56enne, il cui corpo è stato ripescato stamattina, a circa 6 miglia dall’isolotto di Lampione, da un pattugliatore della Guardia di finanza. Fra i migranti morti, le cui salme sono in corso di trasferimento, anche quella di una donna che è dal 27 aprile che era all’obitorio di Lampedusa e poi quelle del bimbo e della donna che viaggiavano sui due barchini naufragati all’inizio di agosto. Allora i superstiti furono complessivamente 57 e 33 i dispersi. Quando uno dei due barchini, partiti da Sfax in Tunisia, si è all’improvviso inabissato Miriam, 23 anni, è rimasta per ore, tenendo in braccio il figlioletto, nel mare in tempesta. La giovane stremata dalla stanchezza e dal freddo ha affidato il piccolo a un giovane connazionale che era in acqua accanto a lei. Voleva salvarlo, cercava disperatamente di dargli la possibilità di sopravvivere. Miriam è stata soccorsa da militari di una delle due motovedette della Guardia costiera intervenute. Il connazionale invece è salito sull’altra unità di soccorso.

La donna credeva che connazionale e figlio, soccorsi da un’altra imbarcazione, fossero in un’altra struttura o in ospedale. Solo l’indomani, la 23enne ha saputo che il piccolo era arrivato morto e il suo corpo era sull’isola.

Le cerimonie per le salme sbarcate da Lampedusa sono un momento doveroso di raccoglimento attorno a quelle che sono tragedie individuali, ma che si iscrivono in una tragedia collettiva che non è tanto il fatto migratorio in sé, ma lo sfruttamento del bisogno delle persone e dell’illusione che le persone hanno di rifarsi una vita, poi spesso drammaticamente tradite, da parte di criminali efferati“.

Lo ha detto il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, sulla banchina di Porto Empedocle dove sono state sbarcate le 4 bare trasferite da Lampedusa, fra le quali quella del bambino ivoriano di un anno e mezzo che verrà tumulata nel cimitero di Favara. Oltre ai feretri, dal traghetto di linea Galaxy, sono scesi anche i 573 migranti trasferiti dall’hotspot della più grande delle isole Pelagie. Gruppi che sono stati trasferiti nell’area sbarchi dello stesso porto. “L’efferatezza di questi personaggi è ulteriormente, di recente, dimostrata dalle operazioni anti-pirateria che le nostre forze di polizia e la nostra magistratura hanno messo in atto – ha aggiunto Romano -. I migranti non soltanto vengono mandati in mare su barchini insicuri e facilmente affondabili, ma addirittura vengono abbordati da pescherecci, o pseudo tali, nordafricani, i quali li assaltano con operazioni di pirateria e rubano loro il motore che è l’unica parte di valore delle carrette. E rubare il motore significa lasciarli alla deriva, questo è il livello a cui sono arrivate queste organizzazioni criminali“. “Dovremmo riflettere tutti su cosa sia, in realtà, questo fenomeno migratorio – ha concluso il prefetto di Agrigento –  La sua natura ruota soprattutto attorno alla criminalità di chi ci guadagna“.

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