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L'intervista

Montera, Cisl Fp: “Regione fanalino di coda: servono riclassificazione e concorsi”

martedì 12 Settembre 2023

Paolo Montera, segretario generale Cisl Fp in Sicilia, come giudica il primo miglio del governo Schifani in materia di Funzione pubblica, cosa va messo a regime e in quali aspetti del riordino della macchina burocratica occorre agire con più incisività?

“Se dovessimo giudicare questo primo miglio guardando al lungo commissariamento dell’Aran Sicilia, a fronte peraltro della presenza in bilancio delle risorse per il rinnovo contrattuale di comparto e dirigenza, il giudizio non potrebbe che essere negativo. La Regione Siciliana, come ripetiamo da mesi, è fanalino di coda in Italia: il contratto collettivo regionale di lavoro (quello in vigore è il Ccrl 2016-2018, ndr) non è stato ancora rinnovato accumulando un ritardo che è ormai di cinque anni. Tutto questo mentre tutti gli altri contratti del comparto del pubblico impiego sono stati rinnovati e si sta procedendo speditamente per il rinnovo dei Ccnl della dirigenza. D’altra parte, non è mancato il confronto e l’apertura da parte del governo e così nella legge di Stabilità regionale sono state riconosciute l’indennità di vacanza contrattuale e l’indennità una tantum per fare fronte al peso dell’inflazione che ha colpito tutti i dipendenti regionali. Quanto al riordino della pubblica amministrazione regionale riteniamo che occorra un’azione fortemente incisiva. Occorre una riforma radicale dell’ente Regione. Bisogna ricostruire l’organizzazione degli Assessorati sullo schema dei Ministeri, in modo da rendere più semplice l’indicazione delle competenze e la costruzione di un proficuo e fondamentale dialogo tra il livello regionale e il livello nazionale. Le rinunce dei vincitori di concorso, che oscillano tra il 30 e il 40 per cento, cosa impensabile fino a pochissimo tempo fa, evidenziano una regione che non suscita l’appeal necessario perché l’istituzione possa attrarre le migliori energie. Ecco perché occorre procedere alla razionalizzazione predetta e alla riforma della dirigenza, cosa questa resa obbligatoria dall’ultima legge di bilancio dello Stato, e alla riclassificazione del personale del comparto”.

Riclassificazione del personale e concorsi sono due aspetti complementari di una soluzione possibile o vanno separati?

“Sono senza dubbio complementari. Riteniamo improcrastinabile procedere in entrambe le direzioni. Ovviamente tenendo debitamente conto delle professionalità già in servizio, visto che peraltro il quadro normativo e contrattuale prevede corsie dedicate agli interni nei concorsi. Questo avrebbe un doppio effetto: dare il giusto riconoscimento al lavoro di chi in questi anni, pur con mansioni inferiori, ha dato un contributo fondamentale alla funzionalità di tantissimi uffici e offrire un servizio formato qualificato ed esperto all’utenza. Nel 2015 sapevamo già che con i prepensionamenti, nel 2021 la Regione sarebbe andata in sofferenza. Servono i concorsi ma occorre arrivare alla revisione dell’accordo Stato Regione per il superamento del blocco delle assunzionali. Come Cisl Fp, insieme alla Cisl Siciia, abbiamo richiesto la revisione già al passato governo in considerazione anche del fatto che ci sono da spendere le risorse del Pnrr e della programmazione comunitaria 2021-2027. In tal senso, guardiamo con fiducia all’interlocuzione che il governo Schifani sta portando avanti. Il cuore pulsante della nostra Regione, la pubblica amministrazione, ne ha bisogno”.

Le ex Province si sono inabbissate sull’altare del poltronificio da azzerare. Oggi ancora però non nasce una norma nuova, la riforma come dovrebbe essere indirizzata?

“Non siamo mai stati interessati alle modalità di individuazione della governance sebbene non possiamo che condividere l’esigenza di porre fine ai commissariamenti. Tuttavia, avevamo espresso già le nostre perplessità rispetto al fatto che il disegno di legge della Regione siciliana anticipasse la cornice nazionale, proprio, al fine di scongiurare eventuali impugnative. Gli enti intermedi vanno rilanciati attraverso le assunzioni di nuovo personale e lo sviluppo di competenze e servizi. Un plauso va rivolto al personale attualmente ancora in servizio che ha portato avanti gli enti pur in carenza di organico e nelle incertezze gestionali e, talvolta, anche finanziarie”.

Gli enti locali soffrono di tagli e ristrettezze economiche, quale consiglio si sente di poter dare all’assessore Messina?

“Con l’assessore Messina abbiamo già ragionato su ciò che serve sapendo bene che molte delle questioni vanno affrontate e definite con norme nazionali, mettendo in piedi un’azione di sistema e sollecitando la deputazione siciliana presente a Roma. I temi sono tanti e complessi a partire dalla situazione di crisi economico finanziaria che vede interessati periodicamente un terzo dei Comuni siciliani. C’è dell’altro. Non possiamo dimenticare i precari degli Enti in dissesto che pur essendo finanziati dalla Regione non possono essere stabilizzati. Questa potrebbe essere una norma transitoria da inserire all’interno della revisione del testo unico degli enti locali all’esame del parlamento nazionale. Siamo fiduciosi che si possa fare. Occorre lavorare perché si pervenga, attraverso un’azione dei sindacati confederali con il coinvolgimento dell’Anci, al superamento di queste criticità. Posso dirle un’ultima cosa che riguarda le deleghe dell’assessore Messina?

Mi dica

“Mi consenta di tornare alla prima domanda. Visto che sulla questione del rinnovo del contratto il presidente della Regione Renato Schifani ha avocato a sè la vertenza, attendiamo con fiducia di essre convocati a Palazzo D’Orleans”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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