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La decisione

Morti per amianto a Palermo: la Cassazione annulla l’assoluzione per due dirigenti di Fincantieri

mercoledì 12 Giugno 2024

La Corte di Cassazione ha annullato il verdetto della Corte d’Appello di Palermo che aveva assolto gli imputati, condannati in primo grado, per la morte di 39 operai avvenuta per aver respirato fibre di amianto durante il loro lavoro presso lo stabilimento di Fincantieri di Palermo.

Ora dovrà celebrarsi un nuovo processo di appello che dovrà prendere atto dei principi stabiliti dalla Cassazione. La decisione è arrivata nella serata di ieri. Gli imputati, Giuseppe Cortesi e Antonio Cipponeri, erano stati assolti dalla seconda sezione della Corte di Appello di Palermo dopo la condanna in primo grado.

Inizialmente si trattava di due distinti processi, poi riuniti in appello. L’accusa: aver cagionato la morte di 39 operai e lesioni gravi ad altri 11, non avendo adottato alcuna forma di protezione per evitare ai propri dipendenti l’inalazione di polveri di amianto, materiale estremamente pericoloso per la salute umana, utilizzato a Palermo nelle lavorazioni di riparazione e trasformazione navale.

La seconda sezione della Corte di Appello aveva ribaltato le pronunce di condanna in primo grado di entrambi gli imputati, ritenendo cessata l’esposizione all’amianto presso lo stabilimento Fincantieri di Palermo all’inizio degli anni 80.

La Cassazione, ha invece ritenuto errata la decisione della Corte di Appello di Palermo annullando con rinvio la pronuncia assolutoria.

“Anche questa volta è stata fatta giustizia – afferma il segretario della Fiom Cgil Palermo e Sicilia Francesco Foti – I lavoratori purtroppo non torneranno più in vita ma oggi è stata data ragione a tutte queste morti e anche al sindacato, da sempre in prima linea in questa dura battaglia”. E l’avvocato Fabio Lanfranca, che ha assistito nel processo la Fiom e molti dei familiari delle vittime, aggiunge: ” Gli operai del cantiere di Palermo sono morti non per un imprevedibile caso fortuito ma perché costretti per decenni dal loro datore a lavorare quotidianamente con l’amianto senza alcuna protezione e senza aver ricevuto alcuna informazione sulla pericolosità del materiale che gli veniva fornito e che li ha uccisi lentamente”

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