La mostra “Dipinti, argenti e maioliche del Museo Nazionale di Palermo. Dalle collezioni all’arredo”, realizzata in collaborazione con la Settimana delle Culture 2018 il Museo archeologico “Antonino Salinas”, dove è ospitata, espone al pubblico per la prima volta, alcuni dipinti di varia cronologia, che fanno parte delle donazioni dei nobili signori siciliani, un gruppo di maioliche, arredi sacri in argento, e quattro stipi in legno pregiato utilizzati come monetieri.
I dipinti sono parte di una sorta di collezione anomala, perché non collegata ad un unico contesto di provenienza. Cronologia e autografia sono quanto mai varie: dal Medioevo, presente con le due piccole tempere su tavola di Jacopo da Michele; alla pittura ligure di fine ‘500; al ‘600 delle grandiose composizioni di Pietro Novelli e di Luca Giordano; fino al ‘700 “intimista” del milanese Francesco Londonio e dei paesaggi classicisti del francese Jean-Pierre Pequignot.
A fianco dei dipinti, è esposto un sinuoso bronzetto della seconda metà del XVI secolo, che si ispira al Bacco del Sansovino, alterandone però le proporzioni classiche nella tensione allungata della ricerca formale manieristica.
Nel caso delle maioliche, si tratta di donazioni ed acquisti ma anche di esemplari provenienti dai conventi, come vasi da farmacie attive entro chiese e conventi soppressi dalla legge del 7 luglio 1866.
Albarelli, cilindri, piatti, brocche: tutti collegati ad una committenza colta, laica o religiosa, passati dalle nobili dimore e dalle antiche “aromatarie” al Museo. Il nucleo di maioliche qui selezionate proviene per lo più da officine di Caltagirone: il Salinas ne era un vero appassionato, e ne procurò talmente tante al Museo di Palermo da provocare una lamentela da parte del Ministero della Pubblica Istruzione.
Della sezione degli argenti, fanno parte alcuni arredi sacri rimasti in custodia presso il Medagliere del Museo Salinas: un nucleo di opere venduto nel 1915 dal Banco di Sicilia, che a sua volta le aveva acquistate nel 1848, quando i disordini collegati ai moti risorgimentali causarono, in casi meno fortunati, la dispersione di tanti manufatti.
Infine, i quattro mobili-monetieri, contenitori preziosi tanto quanto il loro contenuto; tra tutti, uno straordinario stipo donato al Museo dalla marchesa di Torrearsa, vero stupor di estro creativo, che unisce l’alta ebanisteria a pittura, glittica e scultura.
“Con questa esposizione intendiamo offrire uno spaccato della varietà e consistenza delle collezioni del Museo Nazionale di Palermo – spiega Francesca Spatafora, direttore del Museo Archeologico Salinas – prima che, nel dopoguerra, esse venissero destinate alla formazione o all’arricchimento di altre istituzioni museali lasciando al Museo Nazionale esclusivamente le opere e le raccolte di archeologia”.
La mostra, è curata da Gioacchino Barbera e Alessandra Carrubba; progettazione e allestimento di Giuseppe Comparetto. Ingresso 3 euro, fino al 30 maggio, da martedì a sabato 10-17; domenica 10-13. Lunedì chiuso.