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“Il mio è il nome vincente e il più conosciuto per le prossime elezioni regionali. Se la coalizione di centrodestra dovesse individuare un altro candidato, è chiaro che sarà quello che sosterrò anche io”. Lo ha detto il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, in una conferenza stampa a Palazzo d’Orléans, a Palermo, sulle elezioni regionali del prossimo autunno.
“Il centrodestra non si è ancora mai riunito per decidere sulle regionali in Sicilia. Siamo prossimi alla costituzione del tavolo nazionale per il quale si è atteso prima che ci fosse il ballottaggio delle amministrative – ha aggiunto il governatore siciliano -.
Il Presidente Musumeci ha affermato, dunque, di essere pronto a ritirare la sua ricandidatura alla guida della Regione, se sarà necessario, “Mi sembrava il momento giusto per dire alla leader del mio partito Giorgia Meloni che se troverà difficoltà sul mio nome al tavolo di coalizione può allora disporre della mia rinuncia”.
Lunedì scorso Musumeci, dopo l’ennesima polemica all’interno della coalizione di centrodestra sollevata da un’intervista del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, e coordinatore di Forza Italia in Sicilia, in cui ha ribadito la sua contrarietà a una ricandidatura di Musumeci, il Governatore ha detto di essere pronto “a togliere il disturbo”.
“Sono un presidente scomodo – ribatte Musumeci – in una terra che finge di voler cambiare. Credo ancora nel primato della politica e nel valore dell’unità della coalizione di centrodestra, ho iniziato a fare politica a 20 anni come consigliere comunale, l’unità del centrodestra per me è un valore e va tutelato”.
Non chiede alcun seggio al Senato o alla Camera, “Mi chiedono se voglio o se ho chiesto alla Meloni un posto in Parlamento a Roma. Io rispondo che non svendo la mia terra e il mio popolo per un posto nel Parlamento nazionale. Sono di un’altra pasta. O vengo messo nelle condizioni di raccogliere, nei prossimi cinque anni, assieme ai partiti della coalizione, quello che abbiamo seminato, altrimenti mi metto da parte. Non accetto compromessi, la Meloni non ha mai proposto un baratto del genere. Lei conosce bene la mia moralità e io conosco bene la sua fermezza”.
Tra qualche giorno la riunione di vertice con i leader del centrodestra a Roma, “Se tutto questo può servire all’individuazione di un candidato unitario, ben venga – ha aggiunto il governatore – Quando avranno trovato un candidato che unisce e non divide me lo presenteranno e saremo felici di poterlo sostenere. Spero mi si dica presto se non dovessi essere io il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Siciliana. Spero che si giunga presto alla verità. Forse però, se qualcuno dicesse la verità, il centrodestra pregiudicherebbe la sua vittoria”.
“Perché io non posso ricandidarmi? Rimane una domanda senza risposta, anche la Meloni si chiede come mai io debba fare un passo indietro. Spero mi si dica presto la verità, ma forse se qualcuno la dicesse il centrodestra pregiudicherebbe la sua prossima vittoria. Fa ridere che si dice che non parlo coi partiti – ha detto il governatore – fa ridere quando dicono che non ‘faccio toccare palla’, a questo io rispondo che ci sono palle e palle”.
“Nell’ultimo anno ho dovuto subire indicibili e ignobili attacchi dal fuoco amico, preoccupato più a delegittimare il presidente della Regione che ad attaccare le opposizioni”. Queste le parole del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ribadendo di avere avuto un dialogo aperto con i partiti della coalizione, “Ho avuto ottimi rapporti con i segretari dei partiti della coalizione fino a qualche mese fa. Risulto vincente nei sondaggi, in tutti quelli possibili, eppure per alcuni miei alleati rimango un presidente divisivo e ricevo attacchi, è un paradosso nella terra dei paradossi”.
Quella di Musumeci non è una scelta di resa, “Ho ricevuto centinaia di messaggi da tutte le forze politiche, anche da esponenti di opposizione, in tanti mi hanno esortato a non arrendermi a non darla vinta a non mollare. Li ringrazio per il loro affetto, ma ricordo che la mia non è una scelta di resa, non mi sono ai arreso nella mia vita pubblica e privata, tranne una volta, quando il Padre eterno ha voluto chiamarsi mio figlio. Non so cosa sia la parola resa e neanche la voglia di mollare perché io non mi dimetto, ho un impegno col popolo siciliano che ho assunto quando mi ha eletto 5 anni fa e lo farò fino all’ultimo giorno. Servirò il popolo siciliano nei suoi legittimi interessi rimanendo con la schiena dritta, con la stessa integrità morale e con lo stesso entusiasmo fino all’ultimo giorno. Andrò in giro per la Sicilia a inaugurare nuove opere, aprire nuovi cantieri”.
“I comici fanno i comici e lo fanno per professione, sono pagati per farlo. Parlando della condizione disastrosa delle strade, mi hanno fatto un favore. Perché la Regione di tutto si occupa tranne di strade, sono di competenza delle province o dello Stato“. Ha detto il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, tornando sulla querelle di Taormina. “Abbiamo fatto battaglie contro il governo centrale, il M5S ha un sottosegretario siciliano alle infrastrutture – ha aggiunto il governatore -. La competenza è del Pd e di tutte le altre forze politiche che sostengono questo governo, tranne proprio Fratelli d’Italia”.
Tra i presenti in Sala Alessi, gli assessori regionali della Giunta Musumeci: Alessandro Aricò, Alberto Samonà, Manlio Messina, Marco Falcone, Marco Zambuto, Ruggero Razza, Toni Scilla, Toto Cordaro. Del gruppo di Diventerà Bellissima, la deputata all’Ars Giusi Savarino, i componenti di Attiva Sicilia, Angela Foti e Sergio Tancredi.