“Con l’elezione di Micciché, la misura è colma”. Così in una nota ventidue Giovani Democratici siciliani, tra segretari di circolo e dirigenti regionali e nazionali, che aggiungono: “Proviamo vergogna per il comportamento di alcuni dei nostri Parlamentari rispetto al voto per l’assegnazione della Presidenza dell’Ars. Andando ben oltre il riconoscimento dell’onore delle armi, il gesto di votare il commissario di Forza Italia nonché uomo di punta del centrodestra è un atto vergognoso e privo di rispetto verso gli elettori e la storia del Pd; votare chi ha raggiunto il consenso attraverso imputati, indagati e condannati o voltagabbana riciclati della politica che cambiano schieramento in base alla propria convenienza”, sottolineano in riferimento al voto per la presidenza dell’Assemblea regionale siciliana di sabato scorso, quando quattro deputati del Pd hanno votato per il candidato del centrodestra Gianfranco Miccichè.
“Come giovani che si dedicano da anni al Partito Democratico, non abbiamo perso la speranza di rappresentare qualcosa di più – dichiarano -. Qualcosa di più solido di un’alternativa al contesto politico generale che vive un periodo di profondo degrado morale”. “Oggi – proseguono – non possiamo più stare in silenzio. Come possiamo presentarci alternativi ad altre forze politiche se poi legittimiamo i nostri avversari sugli scranni più alti del Parlamento Siciliano? Come possiamo essere credibili quando diciamo che non governeremo con la destra dopo il voto, se in Sicilia, dopo una sconfitta, alcuni dei parlamentari del PD si consegnano, mortificando le Istituzioni, rappresentando il peggiore trasformismo che ha impoverito e condannato la nostra terra? Come possiamo coinvolgere le giovani generazioni in un processo di rinnovamento della politica e del nostro partito se non ci comportiamo in modo alternativo alla peggiore destra d’Italia? Come possiamo fare credere ancora nella politica se poi sembra uno scambio di cortesia all’interno di un ceto politico? Chiediamo alla classe dirigente del Partito Democratico siciliano di rispondere in maniera chiara a questi interrogativi, prendendo le distanze da un tale gesto, prendendo misure nei loro confronti. Vogliamo sapere chi ha fatto uso delle Istituzioni e del Partito per questioni personali. Non siamo un taxi di ceto politico”.
“Senza chiarezza e coerenza, il partito liquido a cui siamo purtroppo arrivati oggi non sarà nient’altro che un partito acquoso, che non sa di niente e per questo pensa di stare bene su tutto, sbagliando e consegnando il paese alle destre e ai populismi”, concludono.