Potrebbe essere Valeria Sudano, senatrice del Pd eletta a marzo, la puntata forte nella Sicilia occidentale dei renziani che fanno capo a Davide Faraone alle prossime elezioni europee di maggio.
L’ipotesi di mandare in campo un nome autorevole della Sicilia orientale sarebbe alla base di alcuni fattori di importante riequilibrio nell’asset complessivo dei renziani siciliani. Oltre a poter contare sui voti di Luca Sammartino che rimane uno dei principali nomi per la segreteria regionale dem, Sudano infatti potrebbe beneficiare dell’appoggio di un altro gruppo “pesante” nell’isola, quello cioè che fa capo a Salvatore Cardinale e a Sicilia Futura. Alla base delle motivazioni che potrebbero spingere i moderati di quest’area a intervenire a favore della sua candidatura, il fatto che, in caso di conquista di un seggio per Strasburgo da parte di Valeria Sudano, per Giuseppe Picciolo, segretario di Sicilia Futura, si aprirebbero le porte di un importante ripescaggio al Senato.
Sono tre i parlamentari uscenti del Partito democratico dopo il “boom” del 40% del 2014 alla ultime europee, (Soru, Chinnici, Giuffrida) , ma oggi lo scenario non si presenta così esaltante come nel passato. Diverrebbe però complicata nell’area renziana, sempre nel Catanese, la coabitazione con un’altra candidata, uscente, che aveva sposato convintamente negli ultimi mesi la causa renziana, Michela Giuffrida.
Altro nome che gira, tra i “boatos” catanesi quello dell’ex sindaco di Catania Enzo Bianco.
La candidatura alle europee era stato uno degli argomenti-cardine, tra quelli utilizzati in Sicilia, dopo il flop delle politiche, per molti dei candidati che non avevano centrato il risultato nella scorsa primavera, tra cui il “big” della corrente Emiliano Beppe Lumia. Un Leoluca Orlando, più volte chiamato a smentire l’interesse per una sua ipotesi di candidatura per le europee, e spesso dialogante con la casa dei renziani di Sicilia, potrebbe essere non proprio entusiasta di una scelta come quella di Sudano. La partita per la segreteria regionale incrocia dunque quella delle candidature, mentre un Pd a trazione centrista rischia di fare saltare il banco sull’ipotesi di”listone” comune del centrosinistra per far fronte comune con liste europeiste in contrapposizione alle “destre” antieuropee.
Insomma l’antico rito accomodante”Stai sereno” di renziana memoria, ritorna, ciclicamente, in maniera poco rassicurante. Per tutti.