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La situazione

Niente acqua per i comuni dell’Ennese, Venezia (Pd): “Chiederò al governo regionale dei ristori per i commercianti”

venerdì 4 Ottobre 2024
Fabio Venezia

Si preparano tempi duri per i cittadini dell’Ennese alle prese con l’emergenza idrica.

Secondo quanto è emerso nel corso della cabina di regia, le riserve dell’Ancipa, la diga che alimenta molti comuni della provincia di Enna, sarebbero sufficienti solo fino al 20 novembre, a meno che non ci siano piogge sufficienti in grado di riempire l’invaso. Una situazione che sta allarmando tutta la popolazione che si trova in grande disagio, dove l’acqua viene erogata ogni 7 giorni e solo per poche ore. La crisi idrica di cui si parla da molti mesi è arrivata al culmine e se la situazione climatica continua ad essere tale le famiglie rimarranno completamente a secco.

Diga Ancipa

Il sistema acquedottistico siciliano è molto complesso ed è formato da una serie di acquedotti che sono interconnessi tra di loro, con conseguenti interscambi di risorsa idrica. Buona parte della Sicilia, soprattutto quella centrale, in questo momento si trova ad essere maggiormente “colpita“, in quanto l’acqua qui è di difficile reperimento. Le dighe che si trovano in questa parte, ovvero Fanaco e Ancipa hanno affrontato la crisi, la prima si è svuotata a luglio, riuscendo, per quanto è stato possibile, a sopperire con riserve alternative, l’Ancipa, invece, ha delle riserve molto ridotte.

In merito a questa vicenda il deputato regionale del Pd, Fabio Venezia, è stato ascoltato dai magistrati della Procura di Enna. Nell’ultimo anno l’esponente politico ha più volte denunciato lo stato di precarietà in cui si trova il sistema idrico siciliano e le condotte, in particolar modo quelle che dalla diga Ancipa raggiungono i comuni dell’Ennese, ad eccezione di Regalbuto, Centuripa e Catenanuova che prendono acqua dal versante catanese.

Era stato proprio Venezia, nel corso di un consiglio comunale a Enna, a dire che “si perdono circa 80 – 90 litri al secondo e, nei primi 9 mesi di quest’anno si è stimato che si siano persi circa 2 milioni di metri cubi”. La causa di questa situazione è da attribuire alla siccità o ci sono delle responsabilità nella gestione dell’emergenza? Dopo l’apertura dell’inchiesta, altri esposti stanno arricchendo il fascicolo dei magistrati.

Il primo è quello realizzato dal comitato dei cittadini “Senz’acqua Enna”, che denuncia un’interruzione di pubblico servizio e una fatturazione che, secondo i legali del comitato, sarebbero calcolate su parametri che hanno fatto aumentare i costi per gli utenti, a cui si aggiunge l’esposto del Condacons che punta decisamente l’indice nei confronti di AcquaEnna, gestore del servizio, paventando profili poco chiari sugli appalti e “sulla corretta allocazione dei fondi pubblici stanziati per fronteggiare l’emergenza“.

Fabio Venezia

In questo momento sono stati scavati dei pozzi da parte dell’ente gestore su Agira, Enna, Piazza Armerina, Valguarnera, comuni che non sono più serviti dall’Ancipa. Diga che in questo momento serve i comuni della zona nord della provincia di Enna, Troina, Gagliano Castelferrato, Cerami, Sperlinga e Nicosia e poi in parte comuni di Calascibetta, Enna, e poi San Cataldo e Caltanissetta nell’area Nissena“, afferma l’ex sindaco di Troina. “Il problema è secondo la Cabina di Regia all’Ancipa ci sarà acqua fino al 20 novembre e quindi questi comuni non hanno altra fonte di approvvigionamento e rischiano di rimanere a secco“.

L’erogazione dell’acqua si sta razionando in tutto questo territorio, AcquaEnna, gestore del servizio idrico, in una nota, ha annunciato che la turnazione nella frazione di Pergusa è passata da 5 a 6 giorni, in linea con quella attualmente in vigore nel capoluogo, ad Enna alta e bassa. Un razionamento che serve a mantenere un quantitativo idrico che cerchi di arrivare a traguardare quel limite temporale che storicamente è il tempo in cui comincia a riempirsi nuovamente il serbatoio.

Con i prelievi che vengono fatti normalmente da Ancipa, questa si sarebbe svuotata a fine agosto. “Abbiamo fatto in modo tale da cercare di prolungare l’esistenza in vita di questo serbatoio fino a fine anno“, dalla cabina di regia, e a fronte di questo quadro disperato si sono programmate, alcune nei prossimi due mesi, o si sono già realizzate, una serie di opere che sono prevalentemente volte al reperimento di nuove fonti che in passato venivano utilizzati e oggi dismesse, per ottimizzare così la distribuzione dell’acqua. Una serie di interventi da cui si potranno vedere i frutti “tra 30-50 giorni“, dei piani di emergenza che mirano a risollevare la situazione di agricoltori e residenti.

Soprattutto la popolazione ne sta soffrendo. La provincia di Enna, che è quella delle dighe è allo stesso tempo la provincia che più delle altre sta avendo seri problemi di siccità, una situazione paradossale“, continua Fabio Venezia. “Chiederò al governo regionale che nella prossima manovra di bilancio dei 250 milioni si inseriscano dei ristori per quelle attività economiche che a causa dell’emergenza idrica non riescono a lavorare a pieno regime. Sono diverse le attività che stanno avendo problemi seri“.

Una situazione che impone cautela e che sta mettendo in ginocchio tutti. Le proposte sono tante e le soluzioni a quanto pare poco realizzabili, non ci resta che sperare quantomeno di mitigare la situazione di chi è soggetto a continue restrizioni.

 

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