“La nostra categoria è stata dimenticata dal Governo Conte ma la cosa peggiore è che per lo Stato nemmeno esistiamo, siamo degli invisibili, unicamente visibili soltanto all’Agenzia delle Entrate per le tasse da pagare”.
Lo afferma Antonio Russo, presidente di Anat, l’Associazione Noleggiatori Autobus Turistici, che non fa mistero della propria preoccupazione per la situazione di forte crisi che investe una categoria che chiede rispetto e considerazione e per la quale, di fatto, il 2020 è già finito e che sta cercando di porre le basi almeno per poter ripartire nella prossima stagione.
“Siamo appena ripartiti, dopo la recente ordinanza del presidente Musumeci, che ha rimosso l’obbligo di distanziamento sociale nel trasporto e che, di fatto, libera così anche i nostri mezzi. In pratica, siamo fermi dal 22 febbraio, quando si sono interrotte le gite scolastiche e il turismo è rimasto paralizzato da questa crisi sanitaria che è diventata, poi, un’emergenza economica. Il turismo oggi non c’è, perlomeno per la nostra categoria non esiste perché noi lavoriamo con la programmazione. Il nostro non è un lavoro dove si vive alla giornata e si intercettano flussi da un momento all’altro. Ci muoviamo un anno prima, in raccordo con le agenzia di viaggio. Noi stiamo già guardando al 2021 con impegno e con speranza, anche se l’incertezza è tanta ed è difficile fare previsioni”.
“I turisti dell’area Schengen non arrivano e chissà quando, se e come si potrà sbloccare la situazione di quei Paesi ritenuti ancora a rischio e che rappresentavano un segmento molto importante per il nostro settore – spiega Russo -. In ambito comunitario, si può ben vedere che, ad esempio, la Germania fa accordi con la Croazia e l’Italia rimane tagliata fuori dai corridoi turistici di questa stagione che già di per se stessa è largamente compromessa. Ma se il 2020 è virtualmente finito, non possiamo permetterci anche il 2021 sia un anno di forte crisi come adesso, o le nostre aziende rischiano di fallire. Noi lavoriamo per garantire la sopravvivenza delle nostre famiglie e dei nostri collaboratori e lo facciamo ogni giorno, senza sosta e senza avere orari, con dedizione e grandi sacrifici”.
“In Sicilia la voglia di ripartire c’è ma da sola non basta ed evidentemente servono riforme strutturali ed incisive per andare oltre le buone intenzioni. La situazione è drammatica e avrebbe poco senso fare giri di parole. Occasionalmente facciamo dei servizi che ci danno una boccata d’ossigeno ma non c’è lavoro in termini continui e che sia in grado di farci affrontare la crisi. Il Governo Conte non ha fatto niente, ci ha riconosciuto qualcosa ma niente che possa aiutarci davvero. Avevamo chiesto di considerare almeno un trimestre del fatturato 2019, aprile-maggio-giugno ma non lo hanno fatto. Il Governo regionale ha messo a disposizione della categoria 10 milioni di euro, di cui 7 milioni per bus Ncc e natanti e 3 milioni x taxi ma va detto che il decreto non è stato firmato e non sappiamo, materialmente, quando saranno disponibili questi fondi”.
Russo parla in modo chiaro e diretto, soprattutto con dignità, ed il quadro che emerge dalle sue parole è di quelli che dovrebbero far provare un po’ di vergogna a chi ignora questa categoria di lavoratori: “Noi non siamo riconosciuti, non facciamo parte dei trasporti e nemmeno del turismo. Né carne né pesce, si potrebbe dire. E’ assurdo, è inaccettabile. Per lo Stato siamo degli invisibili, visibilissimi soltanto all’Agenzia delle Entrate. Ma noi esistiamo eccome, siamo lavoratori che esigono rispetto e chiediamo che il nostro settore venga disciplinato in termini normativi. Non chiediamo assistenzialismo, ma rispetto per la nostra professione e per la nostra dignità”.
Le istanze di questa categoria sono state, intanto, raccolte dalla parlamentare siciliana di Forza Italia, Urania Papatheu, che si è mossa per dare sostegno ai noleggiatori di bus turistici: “La incontrerò nelle prossime ore per fare il punto della situazione, è importante avere un sostegno e un riferimento mentre lo Stato ci tiene fuori dalle aule istituzionali e dai confronti con le associazioni di categoria”.
“I Noleggiatori Autobus Turistici vorrebbero e potrebbero far parte, a pieno titolo, del comparto trasporti e turismo ma sono costretti a lottare per affrontare un problema nel problema, un ostacolo che aggrava la crisi già pesante in atto: “Viene riconosciuto il Tpl a chi già percepisce risorse importanti, mentre noi che abbiamo spese superiori per sostituire i mezzi, come i bus da 12 metri e 20, veniamo ignorati. Nel nostro settore le manutenzioni sono a nostro carico, e ci viene data l’opportunità di accedere solo a qualche contributo per la modifica dei sistemi operativi e per la digitalizzazione: cose che a noi non servono. Veniamo quasi derisi, c’è chi ci chiamo “trasportatori”, “pulmanari”, persino “prestatori di servizi” come fossimo delle prostitute. Ma non consentiremo più a nessuno di offenderci, siamo in tanti, vogliamo lottare per il rispetto dei nostri diritti e lo faremo con grande determinazione”.