La Carta nazionale delle aree idonee per il deposito nazionale delle scorie radioattive (Cnai), diffusa oggi, è stata preparata dalla Sogin, la società pubblica per lo smantellamento degli impianti nucleari, che dovrà realizzare e gestire l’impianto.
I 51 siti sono raggruppati in 5 zone ben precise, suddivise in 6 regioni. In Sicilia si trova la quinta e ultima zona, nel trapanese, con 2 aree idonee a Calatafimi, Segesta e Trapani. I criteri adottati per la scelta fanno capo ad una prima Carta di 67 aree potenzialmente idonee pubblicata dalla stessa Sogin, la Cnai, basata su 28 criteri di sicurezza fissati dall’Isin, l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare.
Fra questi criteri si sono la lontananza da zone vulcaniche, sismiche, di faglia e a rischio dissesto, e da insediamenti civili, industriali e militari. Sono escluse le aree naturali protette, quelle oltre i 700 metri sul livello del mare, a meno di 5 km dalla costa, con presenza di miniere e pozzi di petrolio o gas, di interesse agricolo, archeologico e storico. E’ richiesta infine la disponibilità di infrastrutture di trasporto. Su questa prima lista di 67 siti, è stata aperta una consultazione pubblica con gli enti locali e i cittadini interessati. Al termine di questa, Sogin ha stilato la lista finale dei 51 siti idonei.
Sulla scelta giunge immediatamente la critica di alcune forze politiche: “Trapani e la Sicilia non sono e non saranno mai la discarica del Paese. Il governo Schifani dichiari la totale contrarietà nell’individuazione della Sicilia quale deposito nazionale per i rifiuti radioattivi“. Lo dice la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Cristina Ciminnisi
“Nelle prossime ore – sottolinea la deputata – depositerò una mozione per impegnare il governo Schifani a stoppare questo ennesimo disegno a danno dei siciliani. Le condizioni geografiche, le infrastrutture, il carattere insulare, nonché i siti di pregio agricolo e archeologico delle due aree del Trapanese rendono assolutamente improponibile la proposta del Cnai“.
L’Assemblea regionale siciliana si era già espressa nel 2018 sul no al deposito di scorie in Sicilia, approvando all’unanimità una mozione del Movimento 5 Stelle all’Ars a firma del deputato regionale Nuccio Di Paola, oggi vice presidente dell’Ars. “Non passa giorno – dice Di Paola – senza che i siciliani debbano difendersi dagli attacchi dei governi nazionale e regionale, dalla distrazione dei fondi sui trasporti, ai tagli alla sanità e oggi la nuova spada di Damocle del deposito di scorie nucleari. Faremo sentire la nostra totale contrarietà a tutti i livelli istituzionali e se necessario nelle piazze”.