“E’ impossibile amministrare bene questa città se manca la metà dello sguardo sul mondo“. La critica alle nuove nomine in giunta del sindaco di Palermo Leoluca Orlando arriva da Mariangela Di Gangi, ex portavoce ed oggi militante di Sinistra Comune, nonché attivista nei quartieri periferici della città, in particolare allo Zen con l’associazione “Zen Insieme“.
Il motivo della critica al primo cittadino è la mancanza di donne nelle scelte del primo cittadino per il rinnovo della giunta: “I vecchi, il giovane. Sintetizzerei con I MASCHI – scrive su Facebook Di Gangi – Al netto di tutto il resto, augurando sinceramente buon lavoro a tutti e tutte, e al di fuori da ogni polemica fine a sé stessa, ora che tutto è deciso, posso dirlo: ma solo io, dovendo immaginare una giunta nuova per la mia città, avrei difficoltà a trovare quote azzurre? Buona fortuna, città mia. Ne abbiamo bisogno“, è un altro passaggio del post di Di Gangi.
“Una città che si vuole distinguere per accoglienza e inclusione non può fare a meno dello sguardo sul mondo delle donne – dice Di Gangi a IlSicilia.it – E’ come se l’onere della rappresentanza di genere fosse soltanto un compito da svolgere, mentre la realtà ci dice che i movimenti più belli, più frizzanti, con le pratiche più interessanti, sono guidati proprio da donne: questa cosa non può non saltare agli occhi“. Poi la bordata: “Non posso che sentirmi distante da questa rappresentazione, una strada diversa da quella che ho condiviso fino ad ora“.
Una presa di distanza dalle ultime scelte del primo cittadino che non si ferma alla rappresentanza di genere. Per esempio, pur augurando buon lavoro al neo assessore Paolo Petralia, la militante di Sinistra Comune nota come la scelta di quello che chiama il ‘Papa straniero‘ sia avvenuta fuori dalla cerchia di nomi palermitani e si sia arrivata da Trapani: “Ci sono tanti consiglieri comunali validi a Palermo…“, sottolinea Di Gangi.
L’ex dirigente di Sinistra Comune commenta la nomina di Emilio Arcuri e Sergio Marino, già più volte assessori con Orlando e scelti ancora una volta dal primo cittadino per l’assegnazione dei posti in giunta: “C’è un problema generazionale, non anagrafico – sottolinea Di Gangi – una sorta di cristallizzazione della rappresentanza“.