Il terribile incendio dei giorni scorsi ha distrutto oltre cento ettari di riserva dell’Oasi del Simeto. Di buona parte del polmone verde alle porte di Catania oggi rimane solo terra bruciata. Oltre al danno ambientale si registra inevitabilmente quello all’ecosistema.
Della biodiversità dell’area protetta rimane ben poco. Un vero dramma nel dramma.
Molti esseri viventi che popolavano la riserva sono spariti: volpi, conigli, ricci, solo per dirne alcuni. Per non parlare dei volatili che avevano nidificato nell’Oasi sia stanziali che migratori. In breve tempo, una buona parte degli animali che popolavano l’Oasi, sono arsi vivi dalle fiamme. Bruciati da mani criminali che senza alcuna pietà hanno innescato le fiamme.
“Il danno all’ecosistema è incalcolabile. In tanti si domandano come mai ci si è trovati così impreparati a gestire tale emergenza? Già in passato diversi incendi avevano lambito la riserva. Ci si chiede di chi siano le responsabilità di questa immane tragedia?” scrive il Partito Animalista Italiano.
“Quello che è successo all’Oasi del Simeto è drammatico – spiega Patrick Battipaglia dirigente regionale del Partito Animalista Italiano – Sono bastate poche ore per cancellare buona parte della biodiversità. Nel silenzio generale si è consumata una catastrofe. E’ angosciante vedere le carcasse di poveri animali arsi vivi”.
“Ci chiediamo, visti i precedenti, come mai non si è fatto nulla per prevenire un disastro di questa portata? Speriamo – conclude Patrick Battipaglia – che almeno si faccia il possibile per assicurare al più presto alla giustizia i responsabili di questo disastro. Noi, in quel caso, ci costituiremo Parte Civile. Va resa giustizia a quei poveri animali morti tra le fiamme”.