Ha preso il via a Palazzo dei Normanni, a Palermo, “Oltre le sbarre. Uno sguardo ai diritti e alle tutele dei figli dei detenuti”, il convegno organizzato dal deputato regionale Vincenzo Figuccia. Tra i relatori c’è l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, che mette piede all’Ars per la prima volta dopo la condanna e il carcere.
“L’obiettivo – spiega Figuccia – è quello di mettere in luce le carenze degli istituti penitenziari siciliani e le prospettive possibili rispetto all’assenza di spazi gialli e di professionalità idonee ad accompagnare i figli dei detenuti all’incontro con i propri genitori, preparandoli ad andare con cuore e mente ad uno scambio ‘oltre le sbarre'”.
“Non dimentichiamo – aggiunge Figuccia – che ogni qualvolta un soggetto entra in carcere per scontare una pena, scompare dalla società un genitore. Ma la cosa più ingiusta è che viene meno il diritto alla sua genitorialità“. Per questo motivo Figuccia ha presentato una mozione che impegna il governo regionale ad andare in direzione opposta.
Fra gli ospiti anche Giovanni Fiandaca, garante regionale per i diritti dei detenuti, e, appunto, Cuffaro, “a testimonianza – commenta Figuccia – di come finanche il calvario della detenzione non può pregiudicare la vocazione alla paternità”.
Fuori dall’Ars una manifestazione organizzata dal Movimento 5 Stelle e da alcune associazioni contro la presenza al convegno di Totò Cuffaro.
AGGIORNAMENTO:
“Ho notato che c’è un ascensore nuovo, è bello”. Così Totò Cuffaro. L’ultima volta che l’ex presidente della Regione Siciliana ha messo piede all’Ars era il 28 gennaio del 2008 quando, nel corso di una concitata seduta del Parlamento regionale, annunciò le sue dimissioni in seguito alla condanna per favoreggiamento aggravato alla mafia.
“Mi emoziona ritornare qui – dice Cuffaro, relatore in un convegno sulle carceri promosso dal parlamentare regionale Udc Vincenzo Figuccia – ma se devo essere sincero mi sono emozionato di più quando sono rientrato in cella dopo la mia prima ‘uscita’ dal carcere, con i Radicali. Lo avevo promesso ai miei compagni di cella – aggiunge – che una volta uscito, avrei fatto di tutto per spiegare che dentro le carceri non ci sono corpi, ci sono anime, persone con i loro diritti”.
Alle polemiche di questi giorni, mosse in particolare dal Movimento 5 Stelle, sulla opportunità di far intervenire Cuffaro in un convegno all’interno della sala dell’Ars dedicata a Piersanti Mattarella (l’ex Presidente della Regione ucciso dalla mafia) Cuffaro replica con toni pacati: “In carcere ho imparato fra le altre cose a non giudicare me stesso, figuriamoci se posso giudicare gli altri. Se i 5 Stelle non sono d’accordo è giusto che esprimano liberamente le loro opinioni”.
Cuffaro parla ancora con i giornalisti, prima di intervenire al convegno: cita Victor Hugo, la Costituzione, parla della sua ‘rieducazione’ in carcere e del suo progetto in Burundi (“dopo la condanna e l’interdizione non posso più fare il medico in Italia perché sono stato cancellato dall’albo, in Burundi invece posso farlo”) e ribadisce per l’ennesima volta di non volere tornare a fare politica: “Sono stato accusato di essere un ‘uomo d’onore’? – dice – e allora vi faccio una battuta e ‘da uomo d’onore’ vi assicuro che non tornerò in politica“.
Mentre l’ex politico entra in sala per l’inizio del convegno, nella piazza di fronte Palazzo dei Normanni c’è un sit-in promosso da un’associazione anti estorsioni di Catania, al quale hanno aderito anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle. È un gruppo ristretto, una ventina di persone in tutto. Al piano parlamentare, la sala che ospita il convegno sulle carceri è piena.