Di Massimo Accolla
“Attualità di un impegno per l’Italia e per l’Europa”. È questo il titolo del convegno in memoria del Presidente Napolitano che l’Associazione Elettori per la Partecipazione Democratica promuove con l’ambizione di iniziare una riflessione su una delle figure più rappresentative della recente storia repubblicana, a sette mesi dalla sua scomparsa. Il convegno – che si avvale del patrocinio della Città Metropolitana di Palermo, della Fondazione Sicilia che lo ospita nella sua sede, e di Legacoop Sicilia – avrà luogo a Palermo a Palazzo Branciforte martedì 23 aprile alle 17:30.
Questa iniziativa si svolge in Sicilia, regione con la quale Napolitano ha coltivato un rapporto continuo sin da quel 1952 quando, militare di leva alla Caserma Scianna di Palermo, volle andare alla locale sede del Pci per conoscere Girolamo Li Causi, prestigioso dirigente nazionale del partito inviato in Sicilia da Togliatti per costruire anche qui il “partito nuovo” nato nel 1944 con la svolta di Salerno.
Fu in occasione di quella visita che conobbe Emanuele Macaluso con il quale instaurò quel solido rapporto di amicizia e di comunanza politica che sarebbe durato per quasi settant’anni, fino alla scomparsa di Emanuele. In questa regione, peraltro, avrebbe stabilito altri importanti rapporti di amicizia con Napoleone Colajanni, Michelangelo Russo, Pio La Torre, Pancrazio De Pasquale e Mimì Bacchi, solo per citarne alcuni.
In Sicilia, peraltro, nel 1955 il giovane Napolitano svolse una breve ma significativa esperienza di direzione politica, come responsabile di zona del Pci a Partinico, e fu partecipe anche di iniziative, nate in ambienti diversi dalla sinistra storica, promosse da Danilo Dolci che ebbero larga eco in Italia e all’estero: il convegno del 1957 di Palermo sulla piena occupazione, che fu concluso al Politeama da Carlo Levi, e il convegno di Palma di Montechiaro del 1960 sulle condizioni di vita e di salute della popolazione di quel territorio, inteso come emblema delle arretrate condizioni di vita della Sicilia e del Mezzogiorno in quegli anni.
Ma Napolitano fu soprattutto un dirigente politico nazionale che fra i primi seppe collocare la vicenda politica del suo partito in uno scenario europeo; egli fece ogni sforzo – insieme con altri dirigenti come Bufalini, Cervetti, Chiaromonte, Lama, Macaluso e altri della cosiddetta Area Migliorista – affinché il PCI (e i partiti a cui esso ha dato successivamente vita) si liberasse da quello che chiamava un “involucro ideologico” che lo poneva in una prospettiva dimostratasi storicamente fallimentare e ne impediva il pieno dispiegarsi della propria potenzialità per una lotta politica e culturale più efficace in favore di un solido processo democratico in Italia e in Europa.
Napolitano fu uomo delle Istituzioni: Presidente della Camera dei Deputati dal 1992 al 1994, anni cruciali della crisi della cosiddetta prima repubblica, Ministro degli Interni con Prodi e Presidente della Repubblica dal 2006 al 2015, il primo ad essere riconfermato in tale carica, in un momento di grave crisi politica e istituzionale cui fece fronte con inedite iniziative e facendosi interprete della necessità di riforme profonde, ma sempre nel solco della Costituzione della quale fu geloso e strenuo garante.
Al convegno, dopo i saluti istituzionali del Presidente della Fondazione Sicilia Raffaele Bonsignore e del Sindaco di Palermo Roberto Lagalla, interverranno Anna Finocchiaro, Paolo Franchi, Pietro Grasso, Giovanni Matteoli, Marcelle Padovani e Elio Sanfilippo.