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Anche Palermo si è unita allo stato di agitazione permanente che da Nord a Sud ha unito i lavoratori, a vario titolo e professionalità, del settore cultura e spettacolo.
Oltre a Palermo, in piazza Verdi, anche Bari, Bologna, Cosenza, Firenze, Genova Catania, Napoli, Milano, Roma, Torino, Trieste e Venezia hanno risposto collettivamente, in un coro unico, chiedendo diritti e riconoscimenti.
“Palermo si unisce alla tredici piazze – ci ha detto Mario Barnaba, referente della manifestazione in città – dove oggi gli operatori dello spettacolo, in maniera trasversale, tutti quelli che fanno parte del compatto artistico, hanno scelto di uscire dall’invisibilità per rivendicare due punti fondamentali“.
Dopo le richieste delle scorse settimane, rivolte agli amministratori locali e nazionali, rimaste inascoltate, la scelta di scendere in piazza ha come obiettivo la formalizzazione di due richieste fondamentalmente.
“Chiediamo – continua Barnaba nella video intervista – un reddito di sussistenza che ci traghetti fino alla ripresa dei lavori, in totale sicurezza; e secondo punto, importante, chiediamo di poterci sedere al tavolo del Ministero per rivedere lo statuto dello spettacolo affinché il comparto artistico possa essere riconosciuto e possa ricevere gli stessi diritti degli altri lavoratori“.
“L’idea è quella di rimanere in un presidio costante se la nostra voce non verrà ascoltata“, conclude Barnaba.
In piazza a Palermo tra gli altri costumisti, musicisti, parrucchieri, tecnici e attori.
“Siamo trascurati in questo momento dalle istituzioni ma la trascuratezza del nostro comparto si è incancrenita – ci ha detto l’attore Filippo Luna – L’emergenza Covid-19 ha messo in luce quelli che sono i problemi storici della nostra categoria, è arrivato il momento di prenderne consapevolezza e che le istituzioni si riferiscano al comparto dei lavoratori dello spettacolo prima di legiferare. Non è possibile che non veniamo invitati, con i nostri rappresentanti, ai tavoli istituzionali, così come è inaccettabile che le istituzioni locali non abbiamo istituito un tavolo per parlare con gli artisti del luogo per capire insieme come affrontare questa emergenza“.