Al Nord Italia ormai sono abituati ai blocchi del traffico causati dagli alti livelli di smog. Palermo e Catania, però, devono stare attente perché secondo il rapporto 222 di Legambiente, infatti, la soglia imposta per legge è vicina.
Sono diverse le azioni che possono essere intraprese per ridurre le polveri sottili, il cosiddetto Pm10, e il biossido di azoto, l’No2, un gas che si sprigiona durante la combustione. Legambiente ne ha individuate sei.
A Palermo, se sulla Ztl si sta ragionando su come possa evolversi dopo anni di “sperimentazione” a vari livelli, le zone a zero emissioni, le cosiddette Zez “non verranno sviluppate rapidamente”, almeno stando a quanto dichiara l’assessore comunale all’Urbanistica, alla mobilità sostenibile e alla transizione energetica, Maurizio Carta: “Bisogna agire contemporaneamente – dice – per un maggiore efficientamento della mobilità pubblica e ridurre, così, l’utilizzo di veicoli privati”.
In un quadro più generale, “va ridisegnata la città – spiega l’assessore, raggiunto al telefono durante una pausa del focus dell’Osservatorio Nazionale infrastrutture, sicurezza e mobilità per le due ruote, che si sta svolgendo a Milano -. L’obiettivo è portare più servizi nei diversi quartieri per ridurre al minimo gli spostamenti“, anche quelli legati al lavoro, grazie ad un utilizzo sempre maggiore dello smart working.
Nel frattempo, come ilSicilia.it ha raccontato QUI, si sta lavorando intanto per aumentare di 28 Km le piste ciclabili nel capoluogo, per arrivare a 80 km complessivi.
Quanto alla micromobilità elettrica, Carta racconta che “entro marzo uscirà un avviso per tre operatori che non saranno solo gestori del servizio, bensì partner, con strategie comuni che prevedono una suddivisione delle aree della città tra di loro e in coordinamento con con Amat per l’ultimo miglio, per riuscire a spingersi quanto più possibile nelle periferie”.
L’inquinamento atmosferico nei grandi centri urbani, però, non dipende soltanto dai veicoli su strada. Molto dipende anche dall’efficienza energetica di edifici pubblici e privati: “Sostituire le caldaie dappertutto in breve tempo è impossibile – sottolinea Carta -, ma dobbiamo accelerare la transizione energetica. Da un lato, sfruttando Amg come azienda che sta puntando sulla produzione di energia da fonti rinnovabili. Dall’altro, puntando sempre più sulle comunità energetiche in cui una struttura pubblica che produce energia può farla arrivare all’edificio accanto e così via, in un circolo virtuoso”.