Il grande calcio internazionale potrebbe tornare a Palermo. Fa ancora male l’esclusione dello stadio “Renzo Barbera” dalla rosa delle dieci città scelte dalla Figc per ospitare Euro 2032. Ed è proprio in prospettiva dell’evento Uefa che si può ancora lavorare.
Tutto dipende dall’assegnazione della sede degli Europei: la scelta è fra Italia e Turchia. Ma bisogna attendere fino a ottobre per l’ufficialità.
E, intanto, come si stanno muovendo Comune e Regione, proprietarie rispettivamente dell’impianto e del suolo su cui sorge lo stadio?
Per l’assessore regionale a Turismo, sport e spettacolo, Elvira Amata, “la Regione è disponibile a inserire la ristrutturazione nella riprogrammazione 2021-27 con fondi Fsc, così come è stato fatto anche con altri Comuni, sulla scia di quanto successo anche durante il precedente governo. Stiamo già portando avanti progetti per 80 milioni di euro. E siamo disposti a inserire anche il Barbera. L’indotto generato dagli Europei di calcio è un’occasione che non può essere persa”, dice l’assessore.
Da via Notarbartolo, però, si attende da parte del Comune “un progetto definitivo, anche se non esecutivo, di ristrutturazione ed efficientamento – spiega Amata – che rispetti le normative federali. Magari, anche con il coinvolgimento del City Group”, la società che ha in gestione l’impianto.
Quello che è certo è che ad oggi non è ancora stato istituito un tavolo tecnico con i tre interlocutori. Da una parte, si registra la disponibilità di Palazzo d’Orleans. Dall’altra, nei giorni immediatamente successivi alla bocciatura di Palermo, il sindaco Roberto Lagalla ha incontrato il ministro Andrea Abodi e tramite il presidente Renato Schifani ha rinnovato i contatti con il presidente della Figc Roberto Gravina.
Se, come ribadito da Lagalla, “il dossier presentato offre sufficienti garanzie di adeguato rafforzamento delle necessarie infrastrutture nell’arco di quasi dieci anni intercorrente da qui all’avvio degli Europei”, le motivazioni della Federcalcio riguardano in parte anche la condizione di insularità: i parametri ecologici Uefa per restare entro i limiti di inquinamento permettono di scegliere una sola isola. Allo stadio malandato di Palermo è stato, quindi, preferito quello di Cagliari. Il Sant’Elia, infatti, ha già un progetto finanziato e avanzato.
Ma non è detta l’ultima. Abodi, che sarà a Palermo il prossimo 13 giugno, ha assicurato che “in caso di scelta dell’Italia come Paese ospitante della competizione internazionale, saranno previsti gli stessi interventi statali e sarà assicurato lo stesso trattamento delle dieci città fin qui selezionate”, ha sottolineato Lagalla dopo l’incontro a Roma.
Una possibilità in più è costituita dalla prospettiva, neanche troppo lontana, di ampliare il torneo, che passerebbe da 24 a 32 squadre. In questo caso, avere una sede in più sarebbe più che utile.
Il punto di riferimento del Comune è la Ragioneria generale, che è al lavoro su uno studio di fattibilità, da sottoporre, poi, al City Group e alla Regione.
Non ci resta, dunque, che attendere fino alla prima metà di ottobre.