Igor Gelarda, capogruppo Lega consiglio comunale a Palermo, interviene sulle intercettazioni relative all‘inchiesta “Giano bifronte” che ha causato un vero terremoto politico al Comune di Palermo.
«Scopro dai giornali di essere anche io citato nelle intercettazioni del processo Giano bifronte, che ha coinvolto imprenditori, consiglieri comunali e funzionari del Comune di Palermo. Una triste vicenda per la quale la Lega ha chiesto le dimissioni del Sindaco Orlando e l’invio degli ispettori ministeriali per valutare se ci siano le condizioni per lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. In una conversazione intercettata, due dei personaggi coinvolti nella storia si rivolgono a me chiamandomi “sbirro”, dando per scontato con questo che io sia impermeabile a certe cose e non avvicinabile per certi scopi».
Il riferimento è alla conversazione tra Fabio Seminerio e Giovanni Lupo.
«Posto che per me la politica deve essere al servizio di tutti e non di interessi personali, meno che mai di interessi loschi, l’essere chiamato “sbirro” in questo caso è per me motivo di orgoglio. Per quanto il termine nella lingua siciliana venga spesso usato con connotazioni negative e dispregiative, in questo caso è piuttosto sinonimo di persona con la schiena dritta. Persona si “pericolosa“, ma solo per chi non segue la retta via».
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