Ammazzati perché “cercavano la verità”. È ciò che accomuna Cosimo Cristina e Peppino Impastato, così come gran parte delle vittime della mafia. Le nuove targhe dedicate ai due giornalisti sono state svelate al Giardino della memoria di Palermo.
Per anni la mafia ha tentato di sminuire, cancellare queste due figure, di far passare come suicidi le loro uccisioni e, nel caso di Cosimo Cristina, ancora non si è riusciti a mettere la parola “fine” sul caso.
Assostampa Sicilia, insieme alla sezione di Palermo dell’Associazione nazionale magistrati e ai gruppi cronisti e pensionati siciliani, ha deciso di onorarne la memoria svelando le nuove targhe a Ciaculli, nel giardino confiscato alla mafia. Le vecchie targhe, rovinate dagli agenti atmosferici, erano ormai illeggibili. L’anno scorso erano state sostituite quelle dedicate al ricordo delle vittime della strage di Capaci e all’uccisione del giudice Rocco Chinnici.
“Memoria e verità, i cronisti siciliani raccontano Cosimo Cristina, Peppino Impastato, Ezio Calaciura”, questo il titolo della manifestazione che ha dato voce a tre dei giornalisti siciliani uccisi dalla criminalità organizzata.
A scoprire la targa di Peppino Impastato sono stati due suoi compagni di militanza, Pino Manzella e Carlo Bommarito. A svelare quella per Cosimo Cristina, il segretario provinciale dell’Assostampa Gianluca Caltanissetta, l’autrice del libro “Un uomo senza paura” Francesca La Mantia, dedicato proprio al primo giornalista italiano ucciso dalla mafia, nel 1960, e dal giornalista Vincenzo Buonadonna.
“Non siamo qui solamente per la memoria – ha sottolineato Clelia Maltese, presidente dell’Anm Palermo – ma con l’Associazione Siciliana della Stampa, che ringraziamo, vogliamo realizzare il progetto di trasformare il Giardino della Memoria in un laboratorio per ragazzi. Con l’Assostampa, che dà un contributo fattivo al mantenimento di questo luogo, vogliamo renderlo un punto di formazione. Da semplice luogo della memoria se non diventa un luogo di apprendimento la sua funzione educativa diventa insufficiente. È nei laboratori che si formano i ragazzi di oggi e i cittadini consapevoli di domani”.
A condurre la cerimonia la presidente di Assostampa Tiziana Tavella e il vicesegretario vicario dell’Assostampa Roberto Leone: “Abbiamo avuto il piacere – dice Leone – di aprire finalmente agli studenti dell’istituto Danino Dolci quel cancello che l’anno scorso avevano trovato chiuso. I ragazzi avevano girato un video presentandolo al concorso su stampa e legalità denunciando la mancata possibilità di fruire del Giardino della Memoria. Come sottolineato dalla dottoressa Maltese il Giardino è un luogo per accogliere i giovani, coltivare la memoria e renderla attuale”.
A dar voce alla memoria dei cronisti uccisi dalla mafia per il loro impegno sono stati lo stesso Leone, che ha ricostruito la storia di Ezio Calaciura, cronista agrigentino de L’Ora morto in circostanze misteriose e la cui targa ancora non è presente all’interno del Giardino. Quindi, Gianluca Caltanissetta, Vincenzo Buonadonna e Francesca La Mattia hanno presentato la storia di Cosimo Cristina, primo cronista siciliano ucciso dalla mafia, mentre Manzella e Bommarito hanno sottolineato il lavoro da cronista di Peppino Impastato, nominato giornalista alla memoria. Franco Nicastro, consigliere regionale dell’Ordine dei giornalisti, ha ricordato, invece, l’esperienza dei cronisti de L’Ora che ha chiuso le pubblicazioni l’8 maggio di 31 anni fa alla vigilia delle stragi di Capaci e via d’Amelio.
Tra i presenti, anche alcuni studenti del liceo Danilo Dolci, guidati dal preside Matteo Croce: “Ringrazio i nostri ragazzi e i nostri docenti perché già dall’anno scorso, con il progetto insieme alla prefettura, è stato adottato questo giardino ed è stato sviluppato un lavoro interessante per cominciare a far si che i nostri ragazzi apprendessero la triste storia della Sicilia che non è fatta solo da martiri delle magistrature e della polizia di stato ma anche e soprattutto da tanti giornalisti che hanno dato la propria vita“.
“E’ un luogo in cui si trovano i ricordi di tutte le vittime di mafia, un luogo di grande bellezza e suggestione. Siamo a due passi dalla Chiesa di San Ciro, è uno spazio che era già noto nell’800 per la sua dimensione arcaica“, afferma Mario Pintagro, delegato alla cura del Giardino da parte del gruppo Cronisti di Assostampa. Il Giardino della memoria riaprirà al pubblico in occasione della prima di una serie di passeggiate, che si terrà l’11 giugno: “L’obiettivo è quello di aprire più spesso questo spazio, di renderlo fruibile almeno una volta al mese“, conclude.