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L'inaugurazione dell'opera

Palermo, il quartiere Cep guarda in alto con Totò Schillaci: un murale tra sogno, memoria e riscatto

mercoledì 4 Giugno 2025
Murale al Cep Totò Schillaci_Credit_VediPalermo

Tra le geometrie verticali di un quartiere che ancora oggi porta i segni del tempo, delle battaglie sociali e delle difficoltà quotidiane, è comparso un volto che ha attraversato la storia del calcio italiano e l’immaginario di un’intera generazione. Totò Schillaci, con lo sguardo intenso e la corsa a braccia aperte, ora osserva la sua Palermo e il quartiere Cep da una parete alta e azzurra, quella di un palazzo di proprietà dello Iacp, diventata tela urbana per il racconto di un riscatto.

Murale Totò Schillaci – Credit_VediPalermo

È qui, dove l’ex attaccante della Nazionale è cresciuto, che l’artista Igor Scalisi Palminteri ha realizzato l’opera monumentale dedicata all’eroe delle notti magiche di Italia ’90. L’iniziativa è parte del progetto di arte urbana “Le Strade da Seguire”, promosso dalla Fondazione Federico II in collaborazione con il Palermo FC., e si inserisce in un più ampio piano di riqualificazione urbana avviato dalla Regione Siciliana. Il murale campeggia sulla facciata di un palazzo dello Iacp, ed è stato inaugurato il 4 giugno 2025, alla presenza dell’artista, della famiglia Schillaci, del presidente della Fondazione Federico II, Gaetano Galvagno, del presidente del Palermo FC, Dario Mirri, e dell’ex portiere della Nazionale Stefano Tacconi.

L’opera è anche il primo passo verso la costruzione, proprio sotto il murale, di un nuovo campo da calcio a cinque aperto ai bambini del quartiere. “Totò è il bambino di Palermo che guarda un pallone come si guarda il cielo”, ha detto l’artista. E quel cielo adesso, al Cep, ha finalmente i colori del riscatto.

Il murale realizzato dall’artista Igor Scalisi Palminteri, in collaborazione con Nino Carlotta e Danilo Alongi non è soltanto un omaggio, ma un segnale forte: qui è nato un campione, e da qui può ancora nascere speranza.

L’opera è il fulcro di un progetto condiviso, sostenuto dalla Fondazione Federico II e dal Palermo FC, verrà presentata ufficialmente il 4 giugno in una serata che ha trasformato il CEP in un teatro di luci, memoria e identità. Il murale si inserisce nel più ampio percorso di riqualificazione urbana promosso dalla Regione Siciliana e destinato a cambiare il volto del quartiere, partendo proprio dall’arte pubblica e dallo sport: sotto la parete dipinta sorgerà presto un campo di calcio a cinque, aperto gratuitamente ai bambini e ai ragazzi della zona.

“Totò è il bambino di Palermo che guarda un pallone come si guarda il cieloracconta Igor Scalisi Palmintericon gli occhi accesi di speranza, il cuore colmo di orgoglio, di determinazione, di fierezza. È la corsa dopo il gol, le braccia spalancate come ali, il grido che squarcia la notte e accende la luce nei vicoli. È un’esplosione che unisce il quartiere, la città, l’isola, la nazione, e arriva lontano, fino al cuore di chi sa cosa vuol dire lottare.”

Chi attraversa oggi via Paladini, alza lo sguardo e si imbatte in due Totò: uno, serio, ritratto con la tuta della nazionale e lo stemma tricolore sul petto; l’altro, urlante, in piena corsa dopo un gol, la maglia azzurra numero 19 a evidenziare la sua impresa più grande. Sono le due anime di Schillaci: il ragazzo del CEP e il capocannoniere di Italia ’90, il simbolo di un sogno divenuto reale, l’uomo che ha segnato sei gol in sette partite, facendo innamorare l’Italia.

Salvatore Schillaci, detto Totò, nasce proprio al Cep, uno dei quartieri più difficili e periferici di Palermo. Cresce in una famiglia numerosa, con il calcio nel sangue e la strada come prima palestra. Dopo una lunga gavetta, esplode nel Messina, si afferma nella Juventus e trova la consacrazione durante i Mondiali giocati in casa. L’Italia intera impara a conoscerlo in quell’estate del 1990: basso, rapido, determinato, con gli occhi che sembrano incendiarsi prima di ogni tiro. Totò non era il predestinato, ma ha saputo trasformare il talento e la fame in gloria.

Eppure, la sua parabola non è solo sportiva. È un racconto umano, popolare, profondamente legato alla sua terra. Dopo il calcio, Totò non ha mai smesso di raccontare la sua storia, tra autobiografie, esperienze imprenditoriali e impegno nel sociale. Il suo volto, ora inciso nel cemento colorato del Cep, parla anche di cadute e risalite, di chi ha visto la luce dei riflettori e il buio della solitudine, e ha saputo comunque rialzarsi.

Igor Scalisi Palminteri- foto @Francesco Ferriolo
@Francesco Ferriolo

“Totò è il volto di tutte e tutti noi, quando inciampiamo ma troviamo nella caduta la forza di rialzarci prosegue l’artistaÈ lo slancio che nasce dalla fatica, il riscatto che germoglia dove nessuno se lo aspetta. È la voce, il respiro profondo delle periferie che diventano culla di meraviglie. Totò viene da lì, dai quartieri che sanno essere madre, che crescono figli forti, resistenti, capaci di trasformare un sogno in un urlo di vittoria, nelle notti magiche”.

Il Cepsigla di “Centro Edilizia Popolare” – è un agglomerato urbano nato nel secondo dopoguerra per far fronte all’emergenza abitativa. Costruito tra gli anni Sessanta e Settanta, ha vissuto il peso dell’isolamento e del degrado, diventando spesso sinonimo di marginalità.

Ma è anche un luogo vivo, dove la comunità si stringe attorno a ogni spiraglio di futuro. Il murale di Totò arriva come una bandiera, un punto fermo su cui costruire nuovi racconti, capaci di contrastare lo stigma e di valorizzare le radici.

Giovanni Schillaci

“Quest’opera ha un altissimo valore afferma Giovanni Schillaci, fratello del campione per il fratello, per il padre, per il marito che è stato e per l’uomo che se n’è andato; rappresenta l’icona di un personaggio che può essere d’ispirazione per le generazioni future nel fare sempre meglio per il nostro quartiere e credere nei propri sogni. Totò è il simbolo che racconta la Sicilia bella.”

Alla base dell’opera, il nome “TOTÒ” campeggia a caratteri cubitali, come a voler gridare l’identità di un figlio del quartiere, diventato patrimonio nazionale. Il progetto fa parte dell’iniziativa “Le Strade da Seguire”, promossa dalla Fondazione Federico II: un itinerario artistico che attraversa la Sicilia con murales dedicati a figure simbolo della legalità e del riscatto. Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, Beppe Montana, Boris Giuliano: nomi che rappresentano un’educazione civica dipinta sui muri.

Schillaci è l’unico personaggio non direttamente legato alla lotta alla mafia, ma scelto proprio per la sua forza simbolica.

Gaetano Galvagno

Le Strade da Seguire..”è un progetto di arte urbana sui protagonisti della lotta alla criminalitàha dichiarato l’onorevole Gaetano Galvagno, presidente della Fondazione Federico IIAbbiamo inaugurato in tutta la Sicilia murales con i volti dei nostri eroi della legalità. Oggi purtroppo i giovani conoscono, tramite certa cinematografia, personaggi come Riina, Provenzano o Pablo Escobar, rischiando spesso di emularli. Ho constatato, purtroppo, che non conoscono invece i modelli positivi, che hanno speso la loro vita per la nostra Sicilia. Totò Schillaci è l’unica figura scelta per il nostro progetto che non appartiene alla lotta alla mafia. Abbiamo voluto Totò perché è stato e continua a essere un modello di ispirazione per tanti giovani.”

Una scelta che non è solo simbolica, ma profondamente educativa: “Una figura umile, che ha vissuto in un contesto difficile, ha evitato di prendere la strada di alcuni coetanei. Insegna che, con impegno, sacrificio e perseveranza, si possono raggiungere grandi risultati conclude Galvagno incarnando un esempio positivo per tanti ragazzi.”

Anche il Palermo FC ha voluto essere parte attiva del progetto, sottolineando il ruolo sociale che lo sport può e deve avere. Nel quartiere che ha dato i natali a Totò, nascerà anche un campo intitolato a lui, destinato ai ragazzi del Cep, con accesso gratuito, allenamenti guidati da volontari e la speranza che da un pallone possa germogliare un futuro.

Non sarà solo un impianto sportivo, ma un presidio educativo. 

Ora il Cep ha una nuova voce, dipinta su un muro. Una voce che dice che il talento può nascere ovunque, anche dove la vita sembra più dura. Che un bambino con le scarpe consumate può diventare un campione del mondo. Che le periferie sono piene di sogni. E che, a volte, un murale può diventare una finestra spalancata sul futuro.

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