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Sono scesi in piazza i collaboratori scolastici LSU della provincia di Palermo licenziati nelle scorse settimane dal Ministero dell’istruzione perché idonei, ma non vincitori, del concorso a loro riservato che si è svolto questa estate. Si tratta di circa 150 dei 519 lavoratori entrati nei decenni scorsi nel mondo della scuola attraverso le cooperative.
Per la loro stabilizzazione il governo Gentiloni aveva messo a disposizione, con un accordo sottoscritto dalle organizzazioni sindacali, 350 posti, poi ridotti per motivi di budget a 305 dal Ministero dell’economia e delle finanze.
Di questi 519 una sessantina circa sono stati esclusi dal concorso perchè non avevano i titoli necessari alla partecipazione, come ad esempio l’anzianità di servizio o la fedina penale pulita. Quelli che non sono riusciti a piazzarsi tra i 305, invece, sono stati inseriti all’interno di un bacino riservato dal quale l’amministrazione può attingere in caso di necessità. I sindacati però incalzano. Sia i Cobas che la Uil chiedono l’applicazione dell’accordo, integrando immediatamente i 45 posti tagliati, e l’intervento degli Enti locali (Regione, Città Metropolitana e Comuni) per garantire anche i lavoratori dell’albo negli asili nido.
A questo proposito il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, si era detto favorevole, a patto che lo Stato trasferisse le risorse necessarie. La disponibilità del primo cittadino, però, è ostacolata tra l’altro dal blocco delle assunzioni. Tuttavia l’interlocuzione col Miur per trovare una soluzione continua.
Il prossimo 7 novembre si terrà un tavolo a Roma. “Siamo pronti a collaborare nell’interesse dei lavoratori”, dicono Gianni e Danilo Borrelli della Uil Sicilia. “Completare il percorso di stabilizzazione di tutti i collaboratori scolastici è fondamentale. Loro svolgono servizi essenziali nelle scuole di Palermo. Per questo apprezziamo l’impegno del sindaco Orlando che ha richiesto, dopo un confronto costante con questo sindacato, un tavolo di confronto al Miur”.