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Fermati in 18

Palermo, la carica dei 101 “furbetti del cartellino” alla Rap CLICCA PER IL VIDEO

martedì 3 Ottobre 2023

I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di 18 indagati, ritenuti gravemente indiziati a vario titolo di truffa aggravata, false attestazioni o certificazioni e appropriazione indebita.

LE ACCUSA

L’indagine, svolta dal Nucleo Operativo della Compagnia di Palermo Piazza Verdi, che vede oltre 101 indagati, condotta da maggio a luglio 2021, per mezzo di attività tecniche e con servizi di osservazione e pedinamento, escussione di soggetti informati sui fatti e acquisizioni documentali avrebbe consentito di acquisire gravi elementi indiziari circa l’esistenza di un collaudato sistema di assenteismo. La pratica, concorsuale tra i diversi dipendenti, veniva applicata attraverso la reciproca condivisione dei tesserini marcatempo. Si stiamo che gli episodi di assenteismo siano circa 1385, provocando un danno economico pari quasi a 40.000 euro per un ammontare di 2800 ore di assenza.

Inoltre i militari avrebbero acquisito gravi elementi indiziari circa la commissione di plurime condotte criminose ad opera di due indagati impiegati nell’area logistica–officina della sede aziendale, i quali, approfittando della diretta disponibilità dei veicoli in riparazione e delle relative chiavi, avrebbero effettuato illeciti prelievi di carburante da svariati mezzi aziendali.

LE MISURE CAUTELARI

Il gip Elisabetta Stampacchia ha disposto la presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti dei 18 dipendenti della Rap. La misura è stata emessa nei confronti di Domenico Biondo, 63 anni, di Palermo, Rosario Camilleri, 47 anni, di Palermo, Andrea Cardinale, 68 anni, di Palermo, Luigi Contorno, 61 anni, di Palermo, Michele D’Amico, 64 anni, di Palermo, Carmelo Dattila, 47 anni di Palermo, Salvatore De Luca, 48 anni, di Palermo, Francesco Paolo Morana, 46 anni di Villabate, Rosario Fazzino, 53 anni, di Palermo, Calogero Gambino, 45 anni di Palermo, Marco Gulotta, 48 anni di Misilmeri, Giuseppe Martorana, 64 anni di Belmonte Mezzagno Onofrio Messina, 53 anni di Villabate, Antonina Oliveri, 47 anni di Santa Flavia, Fiorenza Raparino, 64 anni, di Palermo, Fabio Vultaggio, 49 anni di Palermo, Michele Gaeta 67 anni di Palermo e Silvestro Calivà 63 anni di Palermo. Complessivamente nell’operazione ci sono 101 indagati.

LE DICHIARAZIONI

Giuseppe Todaro

“Ci tengo innanzitutto a ringraziare la Procura e i Carabinieri per il forte impulso dato alle indagini, scaturite dalla denuncia di un nostro dirigente. Al contempo – commenta il presidente Giuseppe Todaromi rammarico che vengano coinvolti, anche in flagranza di reato, dipendenti accusati di atti criminali contro la propria azienda. Oltre a danneggiare l’immagine della Rap, vengono colpiti anche tutti quei lavoratori che ogni giorno svolgono con dedizione il loro dovere. Questa inchiesta è un’ulteriore tegola che si abbatte sulla Rap. E tutto questo accade mentre ci battiamo e sacrifichiamo tempo e risorse per tenere in piedi l’azienda, per scongiurare l’ennesima emergenza, per risanare i conti ed evitare anche il fallimento della Rap. Ogni giorno contrastiamo migliaia di palermitani che abbandonano rifiuti ovunque, mezza città che pretende un servizio adeguato ma poi dimentica di pagare la Tari e adesso ci tocca aprire un ulteriore fronte all’interno, con decine di dipendenti che, a quanto pare, non hanno ancora capito quanto seriamente a rischio sia il futuro dell’azienda. Se confermate le ipotesi accusatorie, prenderemo provvedimenti durissimi, ove ci siano i presupposti anche per il licenziamento. Oltre, ovviamente, a costituirci parte civile nell’eventuale processo. Tutti i dipendenti – conclude Todaro – devono sapere che la catena dei controlli è serrata e l’attenzione è massima perché la città vuole risposte di serietà e affidabilità e non ci saranno sconti per nessuno”.

“Esprimo sdegno per i particolari che stanno emergendo dall’operazione dei Carabinieri alla Rap, su impulso della Procura della Repubblica. Il mio augurio è che, per il bene dell’azienda e dell’amministrazione, venga fatta piena luce su tutta la vicenda e sugli eventuali responsabili e ai vertici della Rap chiedo che vengano adottati tutti i procedimenti disciplinari possibili previsti in questi frangenti. Il mio pensiero e il mio ringraziamento vanno a chi in questo momento all’interno dell’azienda sta lavorando con impegno in questa fase delicata durante la quale si sta cercando di venire fuori dall’emergenza, a differenza di coloro che, credendosi furbi, saltano a piacimento ore di lavoro, arrecando un danno all’azienda e alla città” dichiara il sindaco, Roberto Lagalla.

Le notizie relative all’inchiesta sulla Rap suscitano sdegno e sono certa che le autorità competenti andranno fino in fondo, chiarendo quanto è accaduto nel 2021. A noi adesso il compito di dotare la municipalizzata di quegli strumenti necessari per evitare che fatti del genere si possano ripetere“. Lo dichiara Carolina Varchi, vicesindaco di Palermo con delega alle società partecipate.

Le dimensioni del fenomeno e la quantità di presunti ‘furbetti’ coinvolti nell’inchiesta – prosegue – rappresentano allarmi chiarissimi che non possono essere e non saranno ignorati: il contesto organizzativo della società, se quanto è emerso oggi fosse confermato all’esito di un giudizio, non è tale da garantire ordine e legalità. Spetta al Comune, allora, in qualità di socio unico, intervenire sulla riorganizzazione dell’azienda sorvegliando questo processo e prevedendo strumenti utili a evitare quanto è stato contestato agli indagati. Azioni che gettano discredito – conclude Varchi – su un’intera città“.

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