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Non bastavano i ritardi nei cantieri dell’Anello Ferroviario, il crac della ditta catanese Tecnis (venduta al Gruppo D’Agostino) fa un’altra vittima: la Sikelia, controllata del gruppo Cogip-Tecnis, che a Palermo ha in mano gli appalti del Collettore fognario “Sistema Cala” e dell’ammodernamento del Policlinico, ha “licenziato oggi gli ultimi 10 operai”. Lo rende noto la Fillea Cgil di Palermo.
Il sindacato degli edili ha inviato all’assessore comunale alle Opere Pubbliche Maria Prestigiacomo, al Rup Giuseppe Vicari e alla ditta “La Cala Scarl”, una nota in cui si chiede un incontro urgente “per conoscere le motivazioni che hanno determinato la sospensione della attività lavorativa in cantiere”.
La Sikelia avrebbe presentato richiesta di concordato preventivo davanti al tribunale fallimentare di Catania. E – stando ai rumors – si sarebbe fatta avanti un’acquirente: la Amec di Catania, ditta gestita dagli stessi proprietari della Tecnis, ovvero Mimmo Costanzo e Concetto Bosco, coinvolti nelle inchieste “Dama nera 1 e 2”.
“Chiediamo un tavolo di confronto per capire quale sia la posizione del Comune e della società – dice il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo – Non vorremmo che oltre al danno ci sia anche la beffa della rescissione contrattuale dell’opera. Il tempo di ripartire con un nuovo appalto e aggiudicare a una nuova società i lavori di esecuzione – passerebbero tra i due e i tre anni – sarebbe devastante. Bisogna trovare un percorso per rimettere in vita il cantiere e riassumere i lavoratori”.
Nella nota, in considerazione del mancato pagamento delle retribuzioni dei lavoratori impegnati nei lavori, la Fillea chiede la sospensione dei mandati relativi agli stati di avanzamento lavori già maturati al fine di poter procedere al pagamento delle maestranze attraverso l’intervento sostitutivo. “Abbiamo appreso – aggiunge Ceraulo – dai lavoratori che fino a oggi vantano due mensilità arretrate e quindi chiediamo di velocizzare l’iter dei pagamenti”.
Il Comune di Palermo, che per l’Anello Ferroviario si è sempre difeso giocando la carta di essere “soggetto beneficiario dell’opera” in mano a Rfi, qui non avrebbe alibi. Nell’appalto integrato del Collettore fognario “Sistema Cala” – che ha un valore di 26 milioni di euro, denominato di «Disinquinamento della fascia costiera dall’Acquasanta al fiume Oreto» – infatti il Comune è “stazione appaltante”.
I cantieri nella centralissima via Roma, all’incrocio con via Guardione, rischiano ora di rimanere incompiuti. Una città sventrata in pieno centro, con residenti e attività commerciali che hanno subito per anni notevoli disagi, senza vedere alcun beneficio.
Per non parlare dell’ammodernamento del Policlinico, i cui lavori da 40 milioni di euro, si trascinano da anni. Il libro delle incompiute palermitane continua a crescere.