Ridare dignità ai detenuti del carcere Ucciardone di Palermo attraverso il lavoro. E allo stesso tempo gestire attività di decoro urbano. È questo il senso del protocollo “Mi riscatto per Palermo” sottoscritto oggi pomeriggio dal sindaco Roberto Lagalla e da Carlo Renoldi, capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, delegato dal ministro della giustizia Carlo Nordio.
Secondo il programma di pubblica utilità 50 detenuti a partire dall’inizio del 2023 si occuperanno “del decoro urbano, della manutenzione del verde, del miglioramento e della protezione dei luoghi della città”, spiega il sindaco, che sottolinea: “Da un lato, l’impiego dei detenuti porterà a concrete attività di decoro in città che non siano semplicemente delle operazioni spot. Ma l’altro aspetto che deve essere messo in luce è lo scopo sociale del programma. L’obiettivo più importante, ma anche il più difficile da perseguire, per i detenuti è quello di essere reinseriti nella società una volta usciti dal carcere. Un progetto come questo può, senza dubbio, agevolare al raggiungimento di questo scopo. La comunità non può dimenticarsi dei detenuti, non possiamo ignorare il dramma dell’aumento dei suicidi nelle carceri e, per questa ragione, un progetto come questo, senza dubbio, assume ancora più significato”.
“Sono già in atto alcuni partenariati di collaborazione con alcuni enti – dice l’assessore agli Interventi emergenziali Antonella Tirrito -, quindi tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 i detenuti verranno già inseriti all’interno di alcune società e alcuni servizi”. Le attività che verranno svolte dai detenuti, infatti, saranno scelte direttamente dall’amministrazione comunale che selezionerà aree da pulire e manutenere. Si punta, così, a formare i detenuti che potranno in questo modo iniziare un processo utile per il loro futuro reinserimento sociale. Dal Comune fanno notare che l’agenda 2030 chiede particolare attenzione alla sostenibilità ambientale. In questo senso, il protocollo firmato oggi si muove anche verso questa direzione.
“Si tratta di un’attività non retribuita e su base volontaria – spiega Renoldi – che valorizza il momento dell’acquisizione di nuove competenze e di abilità professionali in vista di una successiva spendibilità nel mondo del lavoro o nell’ambito di misure alternative alla detenzione. È un’esperienza che stiamo portando avanti in tantissime in realtà territoriali e quindi evidentemente non potevamo mancare anche qui in Sicilia, in una città così importante come Palermo”.
Un progetto che era già partito nel 2019, ma che si era dovuto fermare a causa della pandemia: “Abbiamo registrato la disponibilità di tutti i soggetti coinvolti – dice il capo del Dap -. C’è un nuovo slancio e quindi siamo qui per fare la nostra parte. Le persone detenute verranno scelte sulla base di criteri che consentono di selezionare i soggetti ovviamente meno pericolosi dal punto di vista sociale e penitenziario. E che abbiano voglia di cambiare le scelte della loro vita. La detenzione serve anche a questo”.
Nella sala Onu del teatro Massimo del capoluogo siciliano, oltre ai dettagli dell’accordo, è stato anche presentato il manuale di pubblica utilità: “Dal 2018 in tutta Italia sono fiorite le esperienze di lavori di pubblica utilità nell’ambito della cornice penitenziaria – spiega Renoldi -. Esperienze tutte molto positive che hanno visto l’Italia come capofila. L’Unodc, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il contrasto della droga ha individuato questi programmi come buone prassi da esportare anche in altre realtà. Tra queste anche gli Stati Uniti del Messico. Oggi siamo qui a conclusione di questo percorso, per presentare i risultati e far conoscere gli effetti positivi replicabili anche in altri ordinamenti”.
Intanto, tra qualche giorno verrà annunciato dall’amministrazione comunale il nome del garante per i detenuti che si attendeva da febbraio: “Gli uffici dell’assessorato stanno predisponendo il provvedimento che sarà a mia firma – ricorda Lagalla – con la proposta del nome nei prossimi giorni e comunque prima della fine dell’anno”.
“Il nome già c’è – aggiunge l’assessore Tirrito -. Aspettiamo soltanto la nomina ufficiale. Sono molto contenta della persona che svolgerà questo compito. Stiamo anche lottando per far sì che nuovamente vengano ripresi tutti i servizi anche per quanto riguarda l’ufficiale dell’anagrafe all’interno del Comune e anche per tutto ciò che riguarda lo stato civile. Noi ci siamo dimenticati di loro, siamo vicini a loro e alle loro famiglie”.