Da sala delle Lapidi oggi non è arrivata solo l’intitolazione di una strada di Palermo a Biagio Conte, morto il 12 gennaio scorso. Prima che i lavori venissero di nuovo interrotti in vista della riunione dei capigruppo chiesta da tutte le parti politiche, è stata approvata anche una mozione che permetterà l’accesso alla residenza anagrafica alle persone fragili, in condizioni di povertà e senza fissa dimora.
L’obiettivo è permettere la fruizione di servizi socio-assistenziali e sanitari e dei diritti di cittadinanza a quelle fasce di popolazione a cui si era dedicato per gran parte della sua vita lo stesso fondatore della Missione Speranza e Carità. Secondo quanto approvato dal consiglio, sindaco e giunta dovranno impegnarsi, tra l’altro, a semplificare “l’accesso alla residenza virtuale dei soggetti fragili” e a “realizzare misure e interventi orientati agli inserimenti abitativi da effettuare in immobili nella disponibilità pubblica o di enti quali Ipab o ex Ipab”.
“Una condivisione così ampia come quella registrata in aula su un tema così urgente come è quello di garantire il diritto alla residenza anagrafica, quindi ad esistere, ai cittadini e alle cittadine palermitane è un dato positivo e un segnale forte che speriamo l’amministrazione comunale colga e su cui si impegni. Non esistono percorsi di fuoruscita dalla povertà possibili senza il documento di riconoscimento e Palermo può e deve fare di più per l’inclusione di chi è rimasto indietro, non soltanto ma a partire dal garantire un serio contrasto alla crescente povertà abitativa”, commenta Mariangela Di Gangi, del gruppo consiliare Progetto Palermo, che ha spiegato in aula che “nell’inclusione sociale rientra anche il diritto all’iscrizione alle liste anagrafiche e alle stazioni di posta. E ciò vale anche per le persone occupanti di immobili. Il possesso del documento d’identità è la premessa dell’inclusione. Questa è una città povera. E il disagio sociale non va criminalizzato. Il possesso dell’iscrizione anagrafica potrebbe evitare a molte persone di trovare come unico rifugio la Missione fondata da Biagio Conte. Garantire i livelli essenziali delle prestazione sociali è previsto sia a livello nazionale che da progetti dell’Ue – ha ricordato Di Gangi -, ma anche il diritto residenza va tutelato. È il diritto di esistere e il documento di identità è il primo elemento imprescindibile per l’avvio di un processo di inclusione sociale. Senza carta d’identità, nulla si può fare. Neanche chiedere il reddito di cittadinanza”.
Sulla stessa linea Caterina Meli, di Forza Italia: “Il cittadino in difficoltà ha diritto all’assistenza sanitaria, agli ammortizzatori sociali, alla pensione. I bambini senza l’iscrizione anagrafica non hanno diritto alla scuola. Dobbiamo dare una dignità di vita a tutti questi soggetti, anche sfruttando l’avviso di fondi Pnrr dedicato a programmi di politica sociale”, propone.
Tra le file di Democrazia cristiana, mentre il capogruppo Domenico Bonanno sottolinea che la classe politica deve farsi “promotrice del principio legalità nell’interesse collettivo e, allo stesso tempo, porre in essere tutte le azioni necessarie a rendere possibile la risoluzione del problema abitativo”, il consigliere Salvo Imperiale fa notare che tra i soggetti fragili, che vengono privati della residenza, ci sono anche i detenuti, “ma non solo. La privazione temporanea della residenza può capitare a chiunque, anche a chi dimentica di comunicare un trasferimento. Stiamo studiando un modo per snellire l’iter”.
“Dopo giorni di stallo per i noti problemi interni alla maggioranza, il consiglio comunale ha ripreso i lavori e lo ha fatto discutendo alcune mozioni, fra cui quella da noi proposta sull’inclusione sociale di persone fragili, vulnerabili e senza dimora, per chiedere la tutela del diritto alla residenza anagrafica, ancora gravemente negato a troppe persone – scrivono in una nota congiunta i consiglieri comunali di Progetto Palermo, Azione e Partito Democratico -. I consiglieri e le consigliere presenti hanno compreso l’importanza del tema e hanno approvato all’unanimità il documento che impegna il sindaco e la giunta, tra le altre cose, ‘a porre in essere tutte le necessarie azioni per l’accesso alla residenza anagrafica, indispensabile per l’esercizio dei diritti di cittadinanza, nonché livelli essenziali delle prestazioni in ambito sociale’. Questo perché siamo consapevoli che il nostro ruolo non è soltanto quello di vigilare, ma anche quello di sfidare e porre all’attenzione dell’amministrazione ciò per cui ci siamo sempre battuti, anche fuori: rappresentare le urgenze che affliggono soprattutto le persone più vulnerabili. Monitoreremo adesso affinché l’amministrazione dia seguito a quanto sancito dall’aula”.
La mozione è stata votata all’unanimità dei presenti – con gruppo Oso e 5 Stelle che avevano lasciato l’aula in segno di protesta per la mancanza di confronto tra i capigruppo dopo la riunione di maggioranza di stamattina.