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Da Padula a New York fino in Sicilia per sconfiggere il malaffare: la storia e la figura di Joe Petrosino, poliziotto italiano naturalizzato statunitense, rimangono vive nel tempo per il segno che quest’uomo lasciò nella storia con le sue intuizioni
Per il 110° anniversario dalla morte, avvenuta a Palermo il 12 marzo 1909 al capolinea del tram, allora, di piazza Marina, a testimonianza di una memoria ancora viva, sono giunte in città le Associazioni Joe Petrosino di Padula e di New York, con rappresentanti del Dipartimento di Polizia di New York (NYPD).
“Ricordare Joe Petrosino – ci ha detto nella video intervista Anna Maria Corradini, presidente dell’Associazione J. Petrosino con sede in Sicilia – è doveroso perché la sua figura è stata fondamentale per lo svolgimento delle opere investigative che lo stesso Giovanni Falcone prese a modello. Lui creò il primo pool antimafia, fortemente voluto da Theodor Roosvelt, e anche la figura del poliziotto in borghese. Egli capì, per primo, i legami tra le mafie delle diverse parti del mondo“.
Intelligenza brillante e uomo d’azione, Petrosino è rimasto nella storia come icona della legalità e dell’affermazione dei principi legati alla lotta contro tutte le mafie. Nell’ottica di voler promuovere e sottolineare l’importanza per l’intera comunità di figure cosi emblematiche nella diffusione di valori positivi, per la prima volta a Palermo, in occasione della commemorazione, era presente una rappresentanza del Governo nazionale, il sottosegretario al Ministero dell’Interno Stefano Candiani.
“È una responsabilità importante ricordare Joe Petrosino – ha dichiarato Stefano Candiani – perché a distanza di anni la forza di quella lettura resta valida. Noi oggi dobbiamo essere determinati, la sua forza è la stessa che ci spinge ancora oggi ad essere determinati contro la mafia, spogliando i mafiosi dei loro beni“.
L’Associazione Joe Petrosino Sicilia quest’anno ha riproposto il premio omonimo, destinato a personalità della cultura, della scienza, dello spettacolo, dell’imprenditoria, che si siano distinte nella promozione e nella divulgazione culturale educativa dei principi della legalità, assegnato al pittore Pippo Madè.
La cerimonia, moderata da Alberto Samonà, direttore de ilSicilia.it, iniziata nella Sala Petrosino dell’Ersu nell’ex Hotel de France dove il poliziotto alloggiò fino al giorno del delitto, si è conclusa a Piazza Marina, all’interno del Giardino Garibaldi dove, alla presenza delle Associazioni e del sindaco Leoluca Orlando, è stata deposta una corona di fiori nel luogo esatto, per la prima volta, dove avvenne l’omicidio; qui inoltre è stata scoperta un’opera d’arte che lo stesso Madè ha realizzato in memoria di Petrosino.