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Palermo smemorata: il presidente del maxiprocesso non invitato alle cerimonie in ricordo di Falcone

martedì 23 Maggio 2017

I rituali sono fatti di simboli. Ciò avviene nel bene e anche nel male.

Oggi è il giorno delle manifestazioni, delle navi cariche di studenti, delle parole di circostanza dei tanti rappresentanti istituzionali che vengono a Palermo a ricordarci che la mafia esiste. Oggi è anche il giorno degli show ad uso e consumo del “pubblico”. Insomma, questo 23 maggio ancor più che negli anni passati sarà ricordato come una sorta di grande girone dantesco, nel quale tutti fanno la fila per esserci. Ed essere ben visibili davanti ai riflettori.

Il sacrificio dei giudici Falcone e Borsellino, di Francesca Morvillo e degli agenti delle scorte, assassinati dalla vile mano mafiosa diventa – come sempre – occasione per passerelle e grandi propositi, la maggior parte dei quali viene poi sistematicamente disattesa.

Per sapere quel che sta avvenendo a Palermo sono tanti gli articoli che oggi pubblichiamo e non vogliamo giudicare le tante iniziative in corso. Ci soffermiamo, però, su un piccolo particolare, ma decisamente emblematico.

Il cuore delle manifestazioni, come sempre, è l’aula bunker del carcere dell’Ucciardone. Quella stessa aula bunker nella quale fu celebrato il maxiprocesso a Cosa nostra, terminato con una raffica di condanne nei confronti del gotha mafioso di allora. A presiedere il maxi in Corte d’assise fu Alfonso Giordano, coraggioso magistrato, che non guardò in faccia a nessuno e il cui verdetto rappresenta ancora oggi una pietra miliare nella supremazia dello Stato rispetto alla mafia.

Ecco, nel giorno delle celebrazioni e del ricordo, il presidente Alfonso Giordano semplicemente non è stato invitato alle manifestazioni in memoria di Falcone. 

Il giudice Giordano, che abbiamo l’onore di conoscere, si dice “dispiaciuto” e da gran persona perbene qual è non aggiunge troppe parole, limitandosi a dire che ha sempre stimato e apprezzato Falcone.

Che aggiungere? Restano alcuni interrogativi. 

Una semplice svista? Una dimenticanza? Un atto voluto? Non sappiamo. Quel che è certo è che a Palermo i gesti hanno un valore fortemente simbolico. E questo la dice tutta. 

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