Cosa c’è di più buono del pane? Ricordando il suo profumo appena sfornato, la sua fraganza, la crosta croccante che ne custodisce la morbida mollica, vogliamo provare l’emozione di farlo a casa, grazie alla ricetta di un’amica carissima, Anna. Prima, però, come di consueto qualche curiosità.
Curiosità
La sua etimologia sembrerebbe legata alla radice sanscrita pa-, cioè bere o nutrire, da cui pa-sto. D’altronde il primo alimento per l’uomo è il latte materno, un pasto liquido, che ha in comune con il nostro protagonista l’essenzialità. Un’ipotesi meno accreditata, invece, lo ricondurrebbe sempre alla radice pa-, ma col significato di sostenere, proteggere, da cui pa-dre. In entrambe viene fuori la sua sacralità.
Tutti sappiamo che a Betlemme nacque Gesu; ma chi di voi sa che il significato del suo nome in ebraico è “Casa del pane” e in arabo, invece, “Casa della carne“? Entrambe le definizioni, per chi crede, conducono al Mistero dell’Incarnazione, infatti Dio si è fatto carne, attraverso il figlio in questo piccolo villaggio e il Pane Eucaristico è il Corpo di Cristo nato da Maria, la Vergine Madre. Adesso passiamo alla ricetta del pane.
Ingredienti:
⦁ 800 g di farina
⦁ 400 ml di acqua tiepida
⦁ 25 g di lievito
⦁ 1 cucchiaino di zucchero
⦁ un pizzico di sale
⦁ 1 cucchiaio di olio
Procedimento:
1. Sciogliete il lievito nell’acqua tiepida con lo zucchero.
2. Versate l’acqua piano piano sulla farina, aggiungete l’olio, il sale e lavoratelo fino ad ottenere una bella pasta.
3. Lavoratela ancora e formate due bei panetti tondi e ungeteli con l’olio. Lasciate lievitare per tutta la notte.
4. Al mattino ponete in forno già caldo per circa 40 minuti a 200°.
Pronti a gustare il vostro pane appena sfornato?
Vogliamo lasciarvi con Gianni Rodari: “S’io facessi il fornaio vorrei cuocere un pane così grande da sfamare tutta la gente che non da mangiare. Un pane più grande del sole, dorato, profumato, come le viole. Un pane così verrebbero a mangiarlo dall’India e dal Chilì i poveri, i bambini, i vecchietti e dli uccellini. Sarà una data da studiare a memoria: un giorno senzafame! Il più bel giorno di tutta la storia!”