“Non si può accettare che un bravo amministratore e una persona onesta venga fatto oggetto di un ignobile gesto intimidatorio come quello avvenuto stanotte. Nino Ginardi non rimarrà solo al cospetto dei suoi codardi nemici”. Così la senatrice di Forza Italia, Urania Papatheu esprime solidarietà e vicinanza al vicesindaco di Leonforte, Nino Ginardi dopo l’attentato incendiario della scorsa notte.
“Solidarietà sincera e pieno sostegno, umano ancor prima che politico, al vicesindaco di Leonforte, Ginardi – afferma Papatheu -, contro il quale è entrata in azione la mano vigliacca di chi non riuscirà a far prevalere la vile logica della paura sulla forza dell’onestà. Saremo al suo fianco e ho già predisposto un’interrogazione parlamentare urgente”.
“Non consentiremo – evidenzia la sen. Papatheu – che quanto accaduto possa condizionare l’azione politica e civile trasparente di chi, come Ginardi, rappresenta il volto pulito di tanti siciliani, svolge la sua funzione in modo corretto e leale, al servizio dei cittadini e della comunità. I vigliacchi non vinceranno. Alle autorità preposte e competenti chiediamo adesso di fare piena luce su questo attentato incendiario e di assicurare alla giustizia gli autori e i mandanti”.
“Certamente fatti gravi come questo – aggiunge la parlamentare siciliana di FI – dovrebbero far riflettere chi di questi tempi mistifica la realtà con finte crociate e moralismi di comodo. Diranno anche stavolta che è colpa di Miccichè? I vari Giletti e Brambilla di turno, non hanno compreso o forse fanno finta di non capire che i siciliani sono quelli che hanno dovuto difendersi, hanno lottato contro la mafia e hanno pagato con il sangue, perdendo gli uomini migliori come Falcone e Borsellino, per poter vivere nella legalità. Non ci siamo mai arresi e mai lo faremo, malgrado questa sia una terra abbandonata invece da uno Stato che dalla Sicilia pretende ma poi non dà nulla ai siciliani e alla legittima necessità di sviluppo di questo territorio. Un’isola che solo grazie alla sua bellezza è riuscita a riscattarsi, mentre qualcuno comodamente in poltrona o davanti a una telecamera sputa sentenze per un pugno di applausi e per mera bramosia di audience“.