Proseguono le inchieste social de ilSicilia.it. Dopo aver analizzato l’uso delle principali piattaforme da parte degli atenei siciliani (CLICCA QUI) e delle società partecipate di Palermo (CLICCA QUI), è adesso il turno dei parchi archeologici dell’Isola. Dalla ricerca condotta tra i 14 enti sparsi per il territorio regionale è emersa comunque una presenza sui social network. Ma quest’ultima sola non basta. Una costante e aggiornata attività quotidiana è infatti necessaria per interagire e far incuriosire il pubblico.
Uno dei cuori pulsanti dell’economia siciliana è certamente il turismo, i cui attori principali, cioè i viaggiatori, sono attratti dal richiamo del patrimonio artistico e culturale che è presente nella regione a tre punte. In un settore come questo, con un ampio bacino di utenza, è fondamentale diffondere le informazioni a favore di un pubblico molto ampio. Per raggiungere questo obiettivo oggi non esiste mezzo migliore dei social, per il loro messaggio chiaro, diretto e aperto a tutte le fasce d’età.
Ma le vetrine digitali dei parchi archeologici sono all’altezza del ruolo che rivestono?
Osserviamo nel dettaglio cosa è emerso dai dati che abbiamo raccolto il 16 e il 17 gennaio, tra numero di follower e contenuti condivisi.
A guidare la classifica per numero di follower su Facebook è il Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento con 27.804 seguaci. La pagina occupa il gradino più alto del podio anche in termini di contenuti postati, 49 durante il mese di dicembre.
A stretto giro, il Parco archeologico che comprende i siti di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria che si piazza al secondo posto sia per numero di post (20 a dicembre) che di seguaci, 23.168. A contendersi, invece, la terza piazza sono il Parco archeologico di Naxos-Taormina e quello di Segesta. Il primo possiede 13.206 follower, mentre il secondo ha un distacco di circa un centinaio di utenti, fermandosi a 13.040 seguaci. Situazione opposta, invece, in termini di contenuti diffusi: 20 post a dicembre nella pagina del parco di Segesta e 10 per Naxos-Taormina.
Da evidenziare tuttavia, che una buona parte delle pubblicazioni social effettuate su Facebook ha un contenuto eminentemente promozionale di eventi culturali o sociali che coinvolgono più o meno direttamente i parchi siciliani. Singolare il fatto che siano soltanto una minima parte i contenuti condivisi che attengano strettamente alle nozioni storiche o paesaggistiche dei luoghi in questione.
Le pagine Facebook di questi enti non si contraddistinguono neppure per numero di interazioni. Non è raro, infatti, imbattersi in alcuni post con una quantità di “mi piace” che non raggiunge la doppia cifra ed ancor meno condivisioni.
Ancora più preoccupanti, le condizioni in cui versano le pagine delle altre aree di interesse archeologico. Non è momentaneamente disponibile quella di Leontinoi, mentre è ferma a giugno 2022 quella di Himera e a ottobre 2023 quella del parco archeologico di Gela.
Poche centinaia di follower invece per la pagina del Parco archeologico di Tindari (480) e di Kamarina-Cava d’Ispica (1.700), complice anche lo scarso apporto in termini di contenuti caricati sulla piattaforma. Un dato che fa pensare.
Il successo della Valle dei Templi, quindi, si manifesta in un quadro scarsa capacità di incidere nella gestione della promozione e valorizzazione “social” delle aree archeologiche esaminate. Per fare un paragone, basti evidenziare la comunicazione sulle piattaforme che viene invece realizzata da altri importanti siti di interesse storico-culturale nel panorama italiano.
L’Arena di Verona conta quasi mezzo milione di follower (468.874), mentre la pagina della Reggia di Caserta ha 236.544 seguaci. Una netta differenza rispetto alla situazione siciliana, che però non può essere spiegata soltanto in termini di attività in rete: appena 13 contenuti postati dall’Arena e 59 dalla Reggia nel mese di dicembre, contro le 49 pubblicazioni della Valle dei Templi.
Ci sono dunque altre concause che incidono in questa situazione. La Valle dei Templi, negli ultimi quattro anni, ha registrato un numero di visite che in media si aggira intorno agli 800.000 biglietti venduti, superando però nel 2023 la soglia record del milione di ingressi. Questo dato ha anche consentito al parco agrigentino di superare nello scorso anno la Reggia di Caserta per numero di visitatori.
La differenza tra i due enti non è particolarmente alta. Sorge quindi il dubbio, se il numero dei turisti che abbia deciso di seguire la pagina dopo aver ammirato il patrimonio storico e culturale dei due luoghi, non lo abbia fatto anche in ragione di un indice di gradimento dei servizi che gli sono stati forniti e della qualità nella cura dei monumenti in questione. In questo caso, quindi, potrebbe sussistere un grave problema di attrattività dei parchi archeologici siciliani, causata anche da una cattiva gestione della comunicazione digitale.
Particolarmente carente la presenza su Instagram di alcuni siti archeologici. Sono infatti assenti il Parco di Himera-Solunto-Iato, di Catania e Valle dell’Aci, di Lilibeo e Marsala, di Gela.
Le pagine social del Parco archeologico delle Isole Eolie, invece, sono legate a quelle del locale museo archeologico.
Anche su Instagram, il profilo della Valle dei templi si conferma mattatore per follower e contenuti condivisi. Sono infatti quasi 10.000 i seguaci che rendendo così abissale il distacco dal secondo classificato, ovvero il Parco di Siracusa con 2.951 follower.
Linkedin è certamente il social meno usato dai 14 parchi, eccetto la Valle dei Templi (con i suoi 75 follower). Tutti gli altri enti non possiedono un profilo sulla piattaforma. Ancora più disastrosa la situazione se l’attenzione si focalizza sui contenuti condivisi, dove nessuna pagina risulta attiva.
X
La metà dei parchi archeologici è presente su X. Nove su quattordici (l’Area archeologica di Tindari, la Valle dei Templi Agrigento, il Parco archeologico di Siracusa, Eloro, Valle del Tellaro e Akrai, il Parco archeologico di Morgantina e Villa romana del Casale, il Parco archeologico di Naxos e Taormina, il Parco archeologico di Leontinoi, il Parco Archeologico di Gela) infatti comunicano con il proprio bacino di utenti tramite questa piattaforma social.
YOUTUBE
Alcuni dei 14 enti, posseggono un canale YouTube. L’idea di interagire con il pubblico attraverso contenuti video è certamente una delle soluzioni migliori e più veloci per raggiungere e allargare la propria cerchia di visitatori, ma l’uso della piattaforma non è stato certamente ottimizzato. La ricerca dei canali non è immediata e il metodo più rapido è il collegamento che offre il sito della Regione Siciliana. Dei 4 canali (Valle dei Templi Agrigento, Parco archeologico di Naxos e Taormina, Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria e Parco archeologico di Morgantina e Villa romana del Casale) nessuno ha un’attività recente e la pubblicazione è ferma da anni.
APP
Come indicato dal sito online, dovrebbe essere disponibile su Play store un’app che racchiude al suo interno tutti i parchi archeologici. Seguendo il collegamento rapido però, sia su Android che su Apple store, l’applicazione non è scaricabile.
Possiede invece una propria app la Valle dei Templi di Agrigento, con oltre 10mila download e una valutazione di 3,5 su 5. Se da Google play il voto non risulta altissimo, va peggio su Apple store, con un gradimento di 1,7 su 5.