Torna il rischio stop ai lavori di raddoppio del Passante Ferroviario di Palermo. La Sis, il colosso italo-spagnolo che ha vinto il maxi-appalto da 1,2 miliardi di euro, ha annunciato nuovamente ai sindacati e a Rete Ferroviaria Italiana di voler procedere al licenziamento di 200 lavoratori, attualmente impegnati nel cantiere che cambierà il volto della mobilità a Palermo.
Lo rendono noto Ignazio Baudo, Dino Cirivello e Francesco Piastra, segretari provinciali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil Palermo: «Se questa intenzione venisse messa in atto – accusano – significherebbe la chiusura del cantiere del passante, che vede impegnato in questo momento 270 operai. Come organizzazioni sindacali ci opponiamo a questi licenziamenti perché non hanno rispondenza con gli attuali carichi di lavoro: il lavoro c’è, l’opera per essere finita ha bisogno di questi lavoratori. Sono in numero congruo rispetto allo stato di avanzamento dell’opera (giunta ormai all’80%, ndr). Se l’azienda licenzia 200 lavoratori, significa chiudere il cantiere. Lasciare l’opera incompleta sarebbe un disastro per la città».
I sindacati degli edili hanno deciso di richiamare l’attenzione del ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio, come avvenuto esattamente un mese fa. Una situazione analoga, infatti, si era creata a ottobre, con l’annuncio sempre di 200 licenziamenti da parte dell’impresa. Dopo la presa di posizione del ministro e gli incontri in Prefettura, l’azienda aveva soprasseduto sospendendo i licenziamenti. «Abbiamo spedito una lettera al ministro Delrio – aggiungono i sindacati – in cui chiediamo di essere convocati unitamente alla stazione appaltante, a Rfi e all’assessorato regionale alle Infrastrutture. Nei prossimi giorni svolgeremo le assemblee con i lavoratori per informarli. E per decidere le iniziative opportune da adottare».
Tutto nasce da un contenzioso tra Sis e Ferrovie sull’importo dei lavori, che nel frattempo, dopo 8 anni di lavori, sono aumentati di circa 100 milioni di euro a causa dell’aumento generale dei prezzi dei materiali e dei fornitori. Ecco perché la Sis aveva chiesto un accertamento tecnico preventivo al Tribunale di Roma per avere riconosciuto l’importo richiesto. Il Tribunale si deve ancora pronunciare.
Chi ripianerà ora il debito dell’impresa? L’opera sarà ultimata? Domande che oggi restano senza risposta anche a causa della corposa variante progettuale che la Regione deve ancora approvare. Soli 58 metri sotto vicolo Bernava (in zona Tribunale) impediscono di completare un raddoppio ferroviario di 30 km. E intanto il collegamento diretto con l’aeroporto di Punta Raisi non si vede all’orizzonte.
LA REAZIONE DI RFI non si è fatta attendere: «In relazione al nuovo annuncio del Contraente Generale SIS circa la volontà di ridurre le maestranze nei cantieri del Passante ferroviario di Palermo, Rete Ferroviaria Italiana comunica di avere inviato a SIS una diffida a procedere con azioni che possano rallentare la produzione, con l’avvertenza di essere pronta ad intraprendere tutte le iniziative necessarie a tutelare i propri interessi e della cittadinanza in caso di mancato rispetto degli accordi contrattuali. A tale proposito è opportuno evidenziare che nel corso di tre incontri tecnici fra le parti, tra il 10 e il 23 gennaio, sono state pianificate le attività necessarie alla riattivazione del servizio ferroviario per Punta Raisi. Pertanto, nell’esprimere stupore per l’annuncio, RFI ritiene inaccettabili le motivazioni prodotte da SIS in relazione a presunte difficoltà di natura tecnica o finanziaria, che costituirebbero impedimento alla normale prosecuzione dei lavori. Al tempo stesso, Rete Ferroviaria Italiana è disponibile a confronti per una rapida individuazione di soluzioni condivise, utili a risolvere eventuali problemi che bloccano il completamento delle opere programmate nei tempi concordati».