Ancora un’aggressione ad un medico del 118. L’ennesimo episodio stavolta si è verificato a Patti, in una pubblica piazza della località messinese. Il professionista 54 enne si trovava in servizio al Pte di Falcone quando poco dopo la mezzanotte (alle ore 00.12) ha ricevuto una chiamata da parte della Centrale Operativa del 118 di Messina per una richiesta di intervento a Patti. Si è recato sul posto dove però l’assistito, un trentenne del luogo, gli ha sferrato un pugno in faccia perché l’ambulanza non sarebbe stata abbastanza rapida nel raggiungere il luogo del soccorso richiesto.
Il medico adesso ha denunciato l’episodio, a seguito del quale ha seguito 30 giorni di prognosi (salvo complicazioni) ed in particolare la frattura del setto nasale.
“Dopo la chiamata della Centrale Operativa mi sono portato prontamente sul posto – spiega il medico che ha denunciato l’accaduto -, il tempo strettamente necessario di svolgere il tragitto da Falcone a Patti, via autostrada, partendo immediatamente dalla posizione di Falcone e arrivando sul posto a Patti alle ore 00.31, come da comunicazione della Centrale Operativa. Il mio equipaggio era composto da due autisti soccorritori. Siamo giunti sul posto e a quel punto mi sono prodigato a soccorrere il malcapitato, che venivo a sapere essere caduto a terra provocandosi un trauma al rachide lombo sacrale. La procedura vuole che venga comunque immobilizzato il rachide cervicale mediante apposizione del collare cervicale e posizionamento in seguito sulla barella spinale ma ad un certo punto, improvvisamente quanto violentemente, venivo attinto da un pugno sul naso che mi provocava immenso dolore ed epistassi”.
“Ho chiesto spiegazioni circa il comportamento tenuto dall’assistito – continua il medico – ricevendo come risposta l’improbabile giustificazione di essersi sentito aggredito. Non è tutto: subito dopo lo stesso paziente e i parenti già presenti sul posto incominciavano ad insultarmi e minacciandomi di morte, perché secondo il loro parere l’ambulanza sarebbe intervenuta sul posto a soccorrere l’infortunato con un notevole ritardo, fatto non corrispondente alla verità in quanto tra la chiamata dell’intervento e l’arrivo sul posto erano trascorsi 19 minuti all’incirca, tempo assolutamente accettabile per una richiesta di intervento in codice verde”.
“Nonostante il pugno preso e l’essere stato insultato e minacciato – evidenzia il medico – ho portato a termine il mio intervento, accompagnando il paziente al Pronto Soccorso. Anche lì sono stato insultato e minacciato. Ho richiesto l’intervento dei Carabinieri e ho deciso di sporgere denuncia“. L’ipotesi di reato per il fatto avvenuto è quella di lesioni personali.
L’episodio è destinato a riaccendere il dibattito sul personale medico, l’equipe del 118 come la guardia medica o anche in Pronto Soccorso, che sempre più spesso mentre presta servizio nelle ore notturne va incontro a situazioni che ne mettono a rischio l’incolumità fisica. E’ un fenomeno che cresce e che preoccupa ma che soprattutto necessita dell’ormai ineludibile individuazione di misure concrete ed efficaci in grado di elevare i livelli di sicurezza di operatori sanitari, uomini e donne, che nel fare il proprio dovere si trovano a dove fare i conti con l’incubo di essere aggrediti.