Denunciano “l’immobilismo di molti candidati” alle elezioni politiche del prossimo 4 marzo, il mancato collegamento col territorio, sia in occasione della composizione delle liste che durante l’attuale campagna elettorale, e la “mutazione genetica” del Partito. Sono decine i dirigenti locali e i militanti siciliani che hanno scritto una lettera a Renzi per manifestare tutte le loro preoccupazione sul futuro del Partito democratico. Tra questi Daniele Vella, del Pd di Bagheria e componente della Direzione regionale, Giuseppe Caudo, del Pd Catania, Concetta Fiore, del Pd Ragusa, Carmelo Spataro, del Pd Siracusa, Dario Macchiarella, componente della segreteria provinciale dei Giovani democratici di Palermo, Gaetano Bosciglio, segretario del circolo di Cianciana, Alessandro Miliziano, segretario del circolo di Cattolica Eraclea, Enza Ganci, componente della direzione provinciale dei Giovani democratici di Agrigento.
“Sono molti – si legge nella lettera – quelli che preferiscono rimanere comodi nei fortini blindati della legge elettorale o che al massimo si limitano ad organizzare qualche sporadico evento senza coinvolgere tutte le anime del nostro Partito”. Proprio pochi giorni fa i vertici del circolo di Bagheria avevano denunciato di non essere stati nè coinvolti e neanche informati su un’iniziativa pubblica per la presentazione dei candidati alla Camera e al Senato che si è svolta in una nota gelateria della città. Una mossa, secondo i Partigiani del Pd, orchestrata da Davide Faraone e considerata di una “gravità senza precedenti”.
Per i firmatari della lettera la causa di tutto questo risiede nelle scelte fatte per le composizioni delle liste che non hanno tenuto conto dell’opinione dei territori e mortificano le minoranze del Pd. Ma soprattutto, sottolineano, “ancora peggio è stata l’apertura a soggetti politici che nulla hanno a che vedere con la nostra identità politica e che molto probabilmente, subito dopo le elezioni, saranno pronti a scendere dall’autobus Pd portando con loro la sedia sulla quale si sono seduti”.
“Delusione e rassegnazione – conttinuano – stanno prendendo il sopravvento tra la nostra gente, mentre i cittadini non ci riconoscono e non si riconoscono più in un Partito che sta subendo una profonda mutazione genetica. È questa la realtà del Pd che registriamo in Sicilia e che sentiamo il dovere di rappresentarti per dirti che il Pd deve tornare ad essere un partito di sinistra, progressista, plurale, realmente democratico, partecipato, attivo e dinamico”.
“Il Partito democratico – concludono – è la nostra casa che abbiamo intenzione di ricostruire dalle macerie perché oggi così, caro Matteo, è un disastro”.