È la Sicilia la regione al centro della disputa sul voto nei circoli per il congresso Pd che ha impedito finora alla Commissione nazionale di rendere noti i risultati della prima fase, tre giorni dopo la chiusura. E’ quanto si apprende da fonti interne alla stessa Commissione congresso, inondata di ricorsi sull’Isola, dove si è andati al voto con notevole ritardo e in cui molti dati vengono contestati. Anche nei giorni scorsi erano volate parole grosse in Sicilia sula gestione del partito da parte di Davide Faraone.
C’è ad esempio il caso di un circolo dove tutti e 45 gli iscritti hanno votato per Maurizio Martina, sollevando più di qualche dubbio.
Segno della presenza dei “signori delle tessere” che controllano i consensi, secondo le fonti interpellate, come rilevato anche in Campania. E sono troppo pochi i funzionari del partito da mandare da Roma a dirimere le dispute nelle regioni. Il trend ufficioso per i sei candidati è quello degli ultimi giorni, secondo le fonti interne alla Commissione: Nicola Zingaretti sotto il 50% (tra il 48 e poco più del 49), Maurizio Martina 10-12 punti indietro (34-36%), Roberto Giachetti tra il 12 e il 13%.
I tre passano alle primarie del 3 marzo. Francesco Boccia sarebbe intorno al 3% – dato contestato dal suo staff – mentre non arriverebbero all’1% Dario Corallo e Maria Saladino. Anche loro non ci stanno e chiedono un conteggio attendibile. L’affluenza sarebbe stata intorno al 50%, ma non è chiaro il numero degli iscritti al partito, comunque ben al di sotto dei 400 mila, secondo le fonti interpellate.
I votanti effettivi non si avvicinano ai 200 mila. Lo scenario più probabile è che i dati definitivi vengano annunciati solo domenica prossima alla Convenzione nazionale del Pd, convocata all’Hotel Ergife.
“Dai singoli comitati – afferma Filippo Marciante, coordinatore in Sicilia della mozione #aporteaperte di Francesco Boccia – stanno diffondendo dati irreali e non corrispondenti al voto dei circoli siciliani. Sul voto siciliano pendono numerosi ricorsi, non sono state rispettate le più basilari regole democratiche né le corrette procedure di convocazione delle convenzioni”.
“In molti circoli non si è votato, anche in grossi centri della Regione. Serve rispetto per i tanti militanti dem che ancora credono nel nostro partito. La commissione nazionale per il congresso potrà certificare l’affluenza e l’esito del voto in Sicilia, solo dopo aver esaminato ed essersi espressa sui singoli ricorsi. Fino ad allora – conclude Marciante – saranno solo dati di parte”.