E’ scontro frontale fra i sindacati Amat e la governance rappresentata dal presidente Giuseppe Mistretta. In una nota molto dura, gli esponenti di Cgil, Cisl, UilTrasporti, Orsa, Cisal e Cobas hanno puntato il dito contro le parole del capo del Consiglio d’Amministrazione pronunciate relativamente ai disservizi registrati al trasporto pubblico locale durante il ponte di Ferragosto. Sui 150 autobus previsti in servizio, solo 90 erano effettivamente in strada. Disagi che si sono riflettuti sull’utenza e che hanno mandato su tutte le furie il governo della società Partecipata di via Roccazzo. A tal proposito però, i rappresentanti dei lavoratori parlano di “scaricabarile delle colpe sui lavoratori dell’Amat per i disservizi che l’azienda comunque fornisce alla città ormai da diverso tempo“.
Meno autobus in servizio da mesi
La carenza di mezzi non è di certo una novità in casa Amat. Già da mesi, le organizzazioni sindacali denunciano difficoltà nell’espletamento del servizio a causa dei continui guasti alle vetture, nonchè i problemi di personale che affliggono da marzo l’officina di via Roccazzo. Una struttura fiaccata non solo dalla scadenza dei contratti degli ormai ex 37 lavoratori interinali, ma anche dalle lungaggini burocratiche che stanno contraddistinguendo il concorso relativo all’assunzione di nuovo personale. In vista, poi, c’è il quarto sciopero dell’anno della maestranze e dei dipendenti amministrativi di Amat fissato per il prossimo 7 settembre. Data che casca nel pieno della settimana dell’Acchianata, appuntamento religioso che vede i fedeli palermitani risalire dalle falde verso il santuario di Monte Pellegrino. Evento che renderà necessario un potenziamento della linea 812 e la costituzione di un servizio navetta, così come avviene ogni anno.
Attesa per il futuro contratto di servizio
Lo sciopero dei lavoratori Amat è dovuto in particolare al mancato rinnovo degli accordi di secondo livello, ovvero all’adeguamento degli straordinari, al godimento delle ferie e alla creazione di buoni pasto. Diritti dei lavoratori di cui non si parla ufficialmente addirittura dal lontano 2007. Risolta, si fa per dire, la grana relativa al bilancio 2022 (grazie alla norma interpretativa approvata all’Ars è stato cancellato il macigno dei 12 milioni di euro dei fondi covid), c’è poi sullo sfondo quella relativa al nuovo contratto di servizio da discutere prossimamente con il Comune di Palermo.
I margini di manovra sono pochi, anche a causa dei paletti imposti dal piano di riequilibrio. Ma è chiaro che l’azienda deve dotarsi di un nuovo assetto in grado di far fronte alle sfide che pone il futuro, a cominciare dal potenziamento del sistema tram. Servizio che, ad oggi, continua ad essere una brutta gatta da pelare per le casse di Amat. L’attualità parla però dei disservizi all’utenza. Tema sul quale i sindacati hanno le idee chiare. “L’azienda, anziché denunciare la propria inconsistenza sul rappresentare al socio le reali impotenze di fornire un servizio degno di nota e anziché ricordare al socio unico (il Comune di Palermo) che il budget sul quale contare obbliga una programmazione di servizio ridotto all’osso, preferisce fornire all’utenza palermitana dati che, supper veri, non riconducono certamente alle cause dei pochi bus in circolazione per la città“.
Gli attacchi dei sindacati alla governance di Amat
I sindacati puntano il dito contro il Consiglio d’Amministrazione e chiedono risposte a proposito del “silenzio sul perché non sia stato espletato in tempo utile il concorso per gli operatori dell’officina, sguarnendo contestualmente il reparto indispensabile per la manutenzione e la riparazione dei mezzi guasti. Ed ancora sempre l’azienda, al silente servizio dell’Amministrazione Comunale, non ha saputo col suo Consiglio d’Amministrazione spiegare al socio come funziona l’organizzazione aziendale, in quanto, invece di colpevolizzare 16 unità in malattia per appena il 2.5% del personale, avrebbe dovuto denunciare di avere personale sempre ridotto ai minimi termini senza contemplarne nell’organigramma gli istituti quali malattia, legge 104, legge 53/2000, permessi parentali e tutto quello che il Parlamento ha legiferato per tutti i lavoratori del nostro Paese“.
“Siamo dolenti come organizzazioni sindacali – concludono – di dover assistere alla squallida e misera pantomima intrapresa dall’azienda Amat e da chi la sta rappresentando politicamente nel tentare di voler indirizzare su falsi problemi i disservizi alla città. Ciò pur di non porre l’attenzione sulle responsabilità di scelte politiche improntate ai tagli senza porre le dovute attenzioni alle conseguenze che inevitabilmente si stanno manifestando sul servizio e che abbiamo sempre denunciato inascoltati“.